«Senza di me, non potete fare nulla»

Gv 15,5

Laboratorio politico cattolico

DOMANDA – perché chi fa politica dovrebbe prendere in considerazione la voce della chiesa? 

Chi fa politica dovrebbe ascoltare la voce della chiesa, in quanto la chiesa non parla da se stessa, ma insegna ciò che Dio le ha dato di insegnare per il bene della civiltà umana. Siccome solo Dio conosce perfettamente il bene dell’ uomo, ed anzi desidera la nostra felicità eterna, in vista della quale ha attrezzato la chiesa di strumenti propri, cioè i sacramenti che ci conferiscono la salvezza, così chi intendesse porsi al servizio dell’ uomo, presumendo di prescindere da ciò che Dio conosce quale bene nostro, testimonierebbe presunzione nel porsi contro Dio, contro il bene dei popoli, e in definitiva anche contro il proprio interesse.

DOMANDA – abbiamo le scritture. Non basta questo ad ispirare la vita politica? Perché dovremmo riferirci a ciò che dice la chiesa?

RISPOSTA – Le scritture da sole non bastano. Il Signore ha assicurato l’ interpretazione corretta della sua parola a un’ istituzione specifica: la chiesa. Se volessimo interpretare da noi stessi la parola di Dio, ci troveremmo come chi volendo scalare il K2, pensasse di poterlo fare senza una guida. Perderebbe molto tempo, e forse anche la vita, senza arrivare in cima. Una guida sicura preposta a condurci, di sicuro ci informerebbe sull’ attrezzatura adeguata, l’ allenamento da fare e così potremmo avanzare sicuri e rapidi verso la vetta, evitando i precipizi. Nella sua pluri-millenaria esperienza, la chiesa ha approfondito lo sguardo sull’ uomo in quanto ha saputo mettersi alla scuola di Dio: questo è possibile dal momento che Dio si è fatto uomo perché noi diventassimo simili a lui. Benché nel nostro tempo siano molti coloro che pretendono di fare esperienza del divino, in realtà, sappiamo dalle parole di Cristo che “nessuno conosce il Padre, se non il Figlio e colui al quale il Figlio avrà voluto rivelarlo”. Ora, siccome al figlio unigenito di Dio è piaciuto affidare il proprio insegnamento ad una comunità specifica di uomini che lo seguissero obbedendo ai suoi comandamenti, e tale comunità è la chiesa, chi volesse scavalcare o tacitare l’ insegnamento che la chiesa ha da riferire alla comunità politica per vece di Cristo, non farebbe certamente gli interessi della popolazione che è chiamato ad amministrare, giacché la storia sacra insegna che coloro che si oppongono alla voce dei profeti, fanno il male del popolo. E la chiesa è la profezia della presenza e del regno di Dio nel mondo.

DOMANDA – perché allora religione e politica si dice che siano due ambiti distinti?

La distinzione fra istituzione politica ed ecclesiastica è regolata diversamente quanto al fine proprio delle rispettive funzioni, ma non quanto al fine generale, che è il bene dell’ uomo, cui entrambe concorrono, seppur secondo mezzi diversi e propri. La comunità politica, quando vuol prescindere dall’ osservanza degli insegnamenti del magistero ecclesiastico in materia di morale, lo fa a tutto discapito del bene comune, in quanto nessun valore di progresso può essere apportato da leggi in contrasto con l’ ordinamento naturale voluto e creato da Dio. D’ altra parte, siccome la chiesa è formata da uomini, non indenni dalla fascinazione del potere e dal suo richiamo, sarà sempre utile mantenere e rimarcare la  separazione dei rispettivi ambiti, perché ciascuno possa attendere al meglio alle proprie responsabilità. Proprio al fine di preservarne la funzione profetica di segno di contraddizione al servizio del bene morale e spirituale dei popoli contro il sopruso dei potenti e dell’ arbitrio, la gerarchia ecclesiastica è per divina volontà impedita dal prendere parte attiva alla vita politica delle nazioni come parte in causa, in quanto il suo primo compito è indicare, con umiltà, prudenza e fermezza, linee guida formative fondate sui validi e saldi principi che ella ha il mandato divino d’ insegnare, e che i governanti sono chiamati ad osservare per il bene delle popolazioni su cui hanno responsabilità. Entrambe le istituzioni, volute da Dio, sono dunque complementari l’ una all’ altra in vista del perfezionamento del bene umano, che realizzeranno tanto efficacemente quanto più sapranno viaggiare concordi e libere nell’ esercizio e nella dedizione alle proprie rispettive funzioni, avendo di mira il bene comune.

DOMANDA – vi sono molte religioni: perché quella cristiana dovrebbe essere quella più vera?

Le religioni umane sono una tensione e ricerca del divino da parte dell’ uomo. Il cristianesimo, al contrario, è la notizia storica di un fatto inaudito: Dio in persona, incarnandosi, è venuto a cercare l’ uomo, per comunicargli la propria beata eternità dopo aver pagato il tributo della nostra ingiustizia. Poiché Dio si è fatto uomo, per mostrarci chi è e cosa si aspetta da noi, per questo il cristianesimo è la religione più vera: perché il suo capo e fondatore è il creatore stesso, che venendo sulla terra quale testimone di verità ha detto: “Io sono la verità e la vita”.

DOMANDA – vi sono molte confessioni cristiane: perché quella cattolica dovrebbe essere quella più autentica?

Noi sappiamo, dal libro dell’ Apocalisse, che il giudizio di Dio sulle chiese che testimoniano il figlio di Dio, sarà severo e diversificato. Non abbiamo perciò alcuna certezza soggettiva circa la nostra superiorità morale rispetto alle altre chiese che popolano la terra. In definitiva, il giudizio si baserà sulla carità: ed è possibile che molti cattolici, trovati privi di quella, non entreranno nel regno di Dio. Una tale incertezza soggettiva, che dovrebbe slanciarci verso una costante ricerca di santificazione mediante la carità, non ci autorizza tuttavia a dubitare che nella chiesa cattolica, in quanto fondata su Pietro, sussista la pienezza di grazia accordata direttamente da Cristo, per volere del Padre, sull’ istituzione da lui fondata per la nostra redenzione dal male. Perché Dio, entrando nel mondo, si è scelto una pietra su cui costruire il suo edificio, come sta scritto: “E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli”. Perciò la cattolica è la confessione più sicura ed autentica: perché si fonda sul fondamento posto da Cristo a capo della sua chiesa: ovvero sull’ apostolo Pietro, di cui il Papa è il successore.

DOMANDA – cosa dite degli omosessuali?

Gli omosessuali, ancora prima delle loro scelte e abitudini sessuali, sono persone chiamate da Dio alla santità, e pertanto degne dello stesso identico amore che rivolgiamo a noi stessi. Proprio per la loro incommensurabile dignità di persone umane, simili a Dio che ha natura di persona, ci rivolgiamo a loro con sentimenti di fraterna comprensione, senza nascondere la nostra opinione in merito a quello che crediamo rappresentare il loro vero bene: la conversione di vita, la vocazione alla santità, da cui non devono sentirsi esclusi, ma anzi verso la quale sono chiamati a lavorare più alacremente essendosi esposti più di altri alle tentazioni, fragilità e richiami della concupiscenza.

DOMANDA – perché siete contrari all’ aborto?

Perché il Dio della vita ci ha ordinato di non uccidere. Togliere di mezzo uno che sta per nascere, comunque lo si voglia intendere, è un delitto.

DOMANDA – perché siete contrari all’ eutanasia?

Per lo stesso motivo. Poiché siamo creature, noi dipendiamo da chi ci ha creato, per la vita e per la morte. Decidere della morte altrui, o della nostra, non è in nostro potere: se ci prendiamo un tale potere, in realtà ci mettiamo sottilmente alla pari e al posto di colui che ci ha creato. Ora, se da Dio sappiamo ricevere ogni bene, dobbiamo imparare anche a saper ricevere il male, come lui l’ ha ricevuto da noi: nella volontà del Padre, con rassegnazione e spirito di sacrificio, in vista di un bene incommensurabile che ci riguardava tutti. Il male infatti non viene da Dio, ma dalla nostra volontà disordinata.

DOMANDA – perché le persone dovrebbero soffrire, se non hanno la possibilità di vivere una vita decorosa?

Il decoro della vita non è dato da soltanto da condizioni esteriori, ma principalmente da disposizioni interiori. Questo perché l’ uomo è creatura eminentemente spirituale, e perciò ha capacità di poter vivere dignitosamente, donarsi, creare vita, al di là o all’ interno delle sue limitazioni fisico-motorie. Coloro che vedono nell’ uomo solo la sua condizione materiale, soffrono di una visione ancor miope e incompleta delle nostre effettive potenzialità. La sofferenza affrontata nella volontà di Dio ha il potere di spalancare le porte della vita eterna a se stessi e agli altri. La sofferenza di Cristo in croce è l’ esempio di come l’ amore possa trasformare anche la peggiore delle ingiustizie subite, e il più atroci dei mali morali e corporali sofferti, in dono vitale per gli altri. Si tratta di educarsi ad accogliere la sofferenza con fede, a non spegnerla per paura della vita, o della morte. A nessuno piace soffrire, come neppure piacque al Signore, che nell’ orto degli ulivi, la notte prima della sua crocifissione e morte, si ribellò intimamente alla prospettiva di dover tanto soffrire ed umiliarsi per noi, finché si arrese alla volontà del Padre per amor suo e nostro: così pure noi, quando la sofferenza ci tocca, nella rassegnazione alla volontà del Padre possiamo educarci a trasformarla in dono a favore del prossimo attraverso l’ accettazione, l’ offerta di sé, la preghiera del cuore. Una grande sofferenza offerta a Dio ha più potere di mille buone azioni fatte in salute: richiede infatti più sacrificio, ed è più conforme a Cristo in croce. Del resto, quanti vorrebbero eliminare la sofferenza da questo mondo scavalcando i limiti imposti dal creatore alla creatura, in realtà aumenteranno di molto le sofferenze delle persone che intendono aiutare, e anche le proprie.

DOMANDA – cosa dite dell’ islam?

Al contrario delle molte religioni umane presenti sulla terra, l’ islam si propone quale “rivelazione ultima di Dio”, e in quanto tale ha bisogno di essere esaminata sotto la categoria della “rivelazione”, dunque nel confronto delle scritture.  Avendo i cristiani ricevuto il monito di “mettere alla prova ogni spirito” e al contempo di “non spegnere lo Spirito, non disprezzare le profezie”, ma “esaminare ogni cosa, e tenere ciò che è buono”, ci proponiamo in questo sito di addentrarci nello studio comparato fra le scritture sacre all’ islam e le canoniche.

Quanto poi al “tenere ciò che è buono”, il concilio vaticano II ha avuto già modo da più di 50 anni di sottolineare e valorizzare nella sua dichiarazione Nostra aetate, tutti gli aspetti positivi  contenuti nella pratica di fede islamica: la devozione a Dio, la pietà verso i poveri, il digiuno come forma di sacrificio; tutti aspetti di per se formativi per lo spirito umano, e non contraddicenti la trascendente dignità .

Lo studio del testo dell’ islam ci servirà per avere finalmente una visione a tutto tondo di quelle che sono le istanze teologiche e le ricadute politiche di una religione che in questo momento s’ impone al centro dell’ attenzione internazionale. Tale conoscenza, si spera, sarà poi motivo di approfondire a contatto con le Scritture la fede ricevuta in vista di un’ opportuna mediazione politica, che tenga conto e dia risposta anche alle gravi difficoltà dell’ evo presente.

DOMANDA – sono ateo. Posso partecipare al laboratorio cattolico come autore esterno?

Il metodo di questo laboratorio è fondato sul confronto con le scritture, il magistero della chiesa e l’ elaborazione di studi e proposte politiche specifiche che traggano da queste fonti la propria autorevolezza. Pertanto, è preclusa la possibilità di collaborazione  con autori che, chiaramente, non potrebbero condividere il metodo e le finalità di questo laboratorio.

DOMANDA – credo in dio, ma a modo mio. Posso partecipare al laboratorio cattolico come autore credente?

Caro amico, che tu creda in dio è una bella notizia di cui ci rallegriamo. Questo laboratorio nasce anche al servizio di coloro che cercano di conoscere la volontà dell’ Altissimo, o desiderano approfondire le ragioni della propria fede. Tuttavia, essendo il laboratorio orientato alla discussione politica a partire dalla testimonianza specifica che Dio ha dato di se stesso, tramite Cristo Gesù, nonché dal magistero che egli ha avviato istituendo la chiesa, la possibilità di partecipare al laboratorio in qualità di autori, è al momento riservata a coloro che professano, con la vita e con le opere, la fede cristiana cattolica.

DOMANDA – credo in Cristo, e sono protestante. Posso partecipare al laboratorio cattolico come autore cristiano?

Caro fratello, è sicuramente molto più ciò che ci unisce che ciò che ci divide. Il laboratorio cattolico, tuttavia, è destinato a veicolare istanze e riferimenti interni alla confessione di fede cattolica, nonché a servirsi dei suoi strumenti specifici. Pertanto non è possibile ospitare su queste pagine autori che non condividono metodi e finalità del laboratorio.

DOMANDA – credo in Cristo, e sono cattolico, divorziato e risposato. Posso partecipare al laboratorio cattolico come autore cattolico?

Caro fratello, coloro che desiderano partecipare a questo laboratorio, possono farlo in quanto testimoni della divina grazia, aderenti al magistero della chiesa, e non contraddicenti con la propria vita l’ insegnamento ricevuto. Se nel nostro stato di  vita conosciamo una contraddizione oggettiva e persistente rispetto agli insegnamenti ricevuti nel vangelo e per tramite del magistero, prima di esercitare un servizio alla fede pubblica, siamo chiamati ad accordare il desiderio di servire gli uomini con le esigenze della giustizia richiesta da Dio, particolarmente ai fedeli battezzati. Pertanto, fra i cattolici divorziati e risposati, sarà consentito di scrivere in qualità di autore solo a coloro che osserveranno il precetto dell’ astinenza dai rapporti, quanto alla seconda unione. Ed anzi, questi ultimi sono fortemente invitati a farlo, a testimonianza del loro martirio.

DOMANDA – credo in Cristo, e sono cattolico, ma illetterato e senza studi. Posso partecipare al laboratorio cattolico come autore?

Sì. Per partecipare al laboratorio politico cattolico non si richiede né laurea, né studi specifici, benché possano aiutare. Coloro che per fede cattolica e vita di grazia ritengono di poter partecipare al laboratorio politico con profitto, sono fortemente invitati a farlo, perché tutti possano godere dei loro frutti di grazia. Ogni testo sarà comunque corretto prima della sua pubblicazione, quanto ad eventuali errori grammaticali, sintattici o di punteggiatura.

DOMANDA – credo in Cristo, e sono cattolico, ma non osservo la castità pre-matrimoniale. Posso partecipare al laboratorio cattolico come autore esterno?

Caro fratello, non sei l’ unico. E tuttavia, poiché il nostro tempo particolare richiede una coraggiosa testimonianza di adesione a Cristo a tutto tondo, senza lasciare escluso quell’ ambito così profondo, benedicente e al contempo anche esigente, consegnatoci nella facoltà di unirci e procreare, non è possibile a quanti non osservino la legge della grazia che la chiesa insegna scrivere pubblicamente in questo laboratorio, fintanto che non ottemperino l’ esigenze della giustizia, a causa dell’ altissima vocazione ricevuta.

DOMANDA – credo in Cristo, e sono cattolico, ma fumo sigarette, e talvolta anche le canne. Posso partecipare al laboratorio cattolico come autore esterno?

Sì, purché vi sia pentimento e sincero desiderio di crescere nella grazia ricevuta, liberandosi da condizionamenti esterni. Per partecipare al laboratorio politico cattolico infatti non si richiede la perfezione morale continua, bensì l’ adesione alla grazia divina ricevuta, e il pentimento qualora la si perda a causa di peccati veniali e mortali. Siccome il consumo di sigarette, e ancora più quello di canne, sono abitudini morali nocive per la nostra libertà interiore, ma non determinano di per se stesse o per se sole la negazione della grazia divina ricevuta, coloro che per debolezza di fede facciano ricorso a sigarette e canne nella propria vita, sono ammessi al laboratorio alla condizione che vi sia in loro un onesto rigetto delle proprie abitudini, una sconfessione delle stesse, e il proposito di abbandonare l’ abito vizioso contratto per liberarsi, radicarsi e crescere nell’ abbondanza della grazia ricevuta.

DOMANDA – credo in Cristo, e sono cattolico, ma sono un peccatore. Posso partecipare al laboratorio cattolico come autore esterno?

Tutti siamo peccatori: il punto di discernimento per poter comprendere e valutare se sia opportuno o meno il prendersi la responsabilità di professare pubblicamente il nome di Cristo dipende dalla retta intenzione del proprio cuore, dall’ osservanza delle legge divina espressa nei dieci comandamenti e dalla sincerità della propria adesione di fede.

In generale, la regola per i cattolici che desiderano scrivere e collaborare a quest’ opera, segue questo principio: coloro che vivono in grazia di Dio, possono partecipare anche in qualità di autori al laboratorio politico. Coloro che non vivono in grazia di Dio per scelta, non possono partecipare al laboratorio politico che come lettori, perché come scrittori genererebbero scandalo nel prossimo a causa delle loro scelte di vita, e in ogni caso la loro testimonianza, non essendo credibile, non potrebbe dare frutto. Coloro che, altalenandosi fra vita di grazia e ricaduta nel peccato, desiderano partecipare al laboratorio politico come autori, lo potranno fare fintanto che la loro ferma intenzione sia di vivere nella grazia, e dunque, nonostante le cadute, appoggiandosi con vera umiltà al sacramento del perdono divino, mirino sinceramente a pervenire il più possibile ad uno stato di accettazione a Dio. Questi ultimi, però, così come tutti gli altri, saranno sospesi dalla partecipazione al laboratorio qualora ardissero professare pubblicamente – esplicitamente o implicitamente – insegnamenti che oggettivamente contraddicano la fede e la morale cristiana, proclamata dal vangelo e insegnata dal magistero della chiesa.

DOMANDA – chi decide se l’ intervento di una persona è in linea o meno con il magistero?

Il responsabile di questo servizio, sollecitato per motivato dubbio, interpellerà a riguardo l’ autorità ecclesiastica competente. Avutone il parere, in caso positivo, consentirà all’ autore su cui pende dubbio di pubblicare il suo intervento così com’ è stato scritto; in caso di parere negativo, ossia quando il parere dell’ autorità ecclesiastica giudichi lo scritto in contraddizione con l’ insegnamento della chiesa, l’ autore sarà richiesto di modificare il proprio intervento entro le linee indicate dal magistero; se si rifiuterà, il suo intervento non sarà pubblicato. Se si ostinerà a pretendere di voler esser pubblicato, nonostante il parere dell’ autorità ecclesiastica, sarà sospeso dal servizio in qualità di autore.

DOMANDA – qual’ è l’ autorità ecclesiastica competente a giudicare se un insegnamento è in linea o contrario al magistero della chiesa?

E’ la congregazione per la dottrina della Fede, in Roma.

DOMANDA – si è passibili di censura nel laboratorio politico cattolico?

Sì. Per non aggiungere confusione a confusione, tutti quegli interventi che contraddicono il vangelo che il magistero della chiesa insegna, non saranno pubblicati, avendo cura di darne opportuna spiegazione all’ autore.

DOMANDA – la mia posizione sulle questioni di bio-etica è leggermente diversa da quella del magistero: posso essere pubblicato?

No, se le posizioni sui principi fondamentali sono diverse; sì, se sono diverse invece le soluzioni per quanto concerne l’ ambito discrezionale della pratica dei principi: in tal caso è possibile essere pubblicati.

DOMANDA – quanto costa partecipare al laboratorio politico cattolico?

Siccome la grazia di Dio è gratuita, ci atteniamo al principio della gratuità per ogni tipo di coinvolgimento in questo servizio, sia in qualità di autori, che di sottoscrittori.

DOMANDA – quanto posso guadagnare partecipando al laboratorio politico cattolico?

La ripartizione degli utili del Laboratorio politico cattolico, allor quando si profili l’ opportunità di monetizzare le visite, sotto forma di pubblicità o altro, saranno equamente ripartiti fra i loro autori, al netto dei costi di mantenimento e aggiornamento del sito di rete.

DOMANDA – chi c’ è dietro il laboratorio politico cattolico?

Un privato cittadino, mosso dal desiderio di mettere al servizio della cattolicità e degli italiani un mezzo di discussione in vista dell’ azione politica.

DOMANDA – il laboratorio politico cattolico è stato voluto e finanziato, anche indirettamente, dalla chiesa?

No, è nato per libera iniziativa di un privato, cattolico, italiano, e costituito con poveri mezzi.

DOMANDA – papa Francesco ha detto che non è necessario che i cattolici formino un partito. Questo laboratorio non contraddice l’ insegnamento del papa?

L’ insegnamento del papa è infallibile per quanto riguarda ciò che dobbiamo tenere per certo quanto alla vera fede e alla retta morale. Le opinioni del papa circa la vita politica delle nazioni, non rientrando in quest’ ambito, non sono materia di fede, e perciò non obbligano i cristiani in coscienza. Tanto è vero questo che, se dovessimo tenere per vero, fermo e indubitabile quanto il santo padre Francesco ha detto a riguardo dell’ impegno dei politici cattolici, dovremmo per conseguenza tenere per infermo e falso quanto il papa lui precedente, Benedetto XVI, auspicava: ossia un rinnovato impegno dei cattolici in politica. Le loro affermazioni a riguardo sono infatti più opposte che concordi. Ciò, che non testimonia un contrasto, quanto piuttosto una libertà di opinione in merito, mostra fra l’ altro che, per quanto riguarda le questioni non inerenti la fede e la morale, ancora prima della voce del Papa, i cristiani hanno da obbedire alla voce della propria coscienza, così come insegnava il beato Cardinale Newman, scrivendo: « Brinderò, se volete, al papa; tuttavia prima alla coscienza, poi al papa.» E’ obbedendo a tale voce, e speriamo di non confonderla con la voce della nostra ambizione, non senza tenere in dovuta considerazione le visioni politiche del santo padre, che ci accingiamo a mettere mano a quest’ opera, per la quale confidiamo in Dio, perché la porti laddove lui vorrà: e se gli piacerà, pure ad un nulla di fatto. Amen.