«Senza di me, non potete fare nulla»

Gv 15,5

Laboratorio politico cattolico

Pubblicato in Dottrina sociale, Economia e grazia il 23 agosto 2019

di Franco Lodi

La condanna dell’usura da parte della Chiesa Cattolica e dell’attuale sistema economico della moneta debito

Il debito delle nazioni ha a che fare con una distorsione di sistema: chi crea danaro dal nulla indebita chi il danaro lo prende a prestito, creando un vortice usuraio che vede vincitori gli enti finanziari privati e perdenti gli Stati e le popolazioni loro. Da questo meccanismo, che ha una sua genesi storica (l’emissione della nota di banco), discende il problema del debito pubblico. La Chiesa, che da sempre in nome della giustizia combatte l’usura, oggi più che mai è chiamata a farlo, prendendo atto della piaga che affligge il sistema economico globale, fondato sull’immissione di danaro infettato dal veleno del debito. Onde le proposte per l’emissione locale di beni monetari a credito.

L’attuale crisi che travaglia l’Italia, l’Europa e l’umanità intera ha un’origine antica; la crisi economica, del resto, consegue alla crisi morale. Nel Vangelo troviamo una frase lapidaria:

“Non potete servire Dio e mammona”. (Mt 6,24)

Oggi è sotto gli occhi di tutti che cosa sia disposto l’uomo a fare per avere sempre più denaro. Non esistono più limiti morali, sia nel piccolo che nella finanza internazionale. Il Card. Ratzinger in un convegno del 1985 diceva: “Una politica economica che non punti solo al bene di gruppo, ma al bene comune, richiede il massimo di disciplina etica ed il massimo di forza religiosa”.
Pare che qualcuno abbia ceduto alla terza tentazione che satana presenta a Gesù nel Vangelo:

“Il diavolo lo condusse con sé sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo con la loro gloria e gli disse: – Tutte queste cose io ti darò, se, prostrandoti, mi adorerai- ”. (Mt 4,8)

Chi comanda infatti oggi in Italia, in Europa e nel mondo? Non sono più gli stati, sempre più svuotati dei loro poteri e della loro sovranità, ma il sistema finanziario internazionale bancario: banche centrali (s.p.a. private) e commerciali (s.p.a. private anche queste, nonostante la veste di un diritto “pubblico”). Esse, attraverso le loro regole, dettano l’agenda delle riforme da fare. La concentrazione di un tal potere è dovuta, essenzialmente, al fatto che la moneta viene emessa dal sistema bancario a debito degli stati. Infatti, tutta la massa monetaria è creata dal nulla e addebitata agli stati, i quali devono restituirla con gli interessi. Interessi tali, che per esser pagati, spingono gli stati indebitati a cercare finanziamenti nel mercato, vendendo “titoli di stato”: chi detiene quei titoli – le stesse banche, assicurazioni, fondazioni e società di controllo (holding) disseminate – detiene, con il potere economico, il potere di ricatto sugli stati. Un potere creditizio abnorme, che configura il sistema della grande usura. E’ chiaro che siamo di fronte ad un palese peccato di usura legalizzato ed eretto a sistema.  E’ un gioco a perdere dove gli stati più deboli non saranno in grado di restituire il debito e saranno costretti a svendere il patrimonio nazionale (composto da aziende, infrastrutture etc) e a fare riforme del lavoro con sempre minori tutele per i lavoratori, che per diventare più competitivi sul mercato globale (dove “giocano” popoli che non conoscono ancora i diritti sociali che il mondo europeo ha conquistato nel XX secolo), si dispongono allo sfruttamento. Tutto questo fa dei popoli, la cui ricchezza è il lavoro, i nuovi schiavi e del sistema bancario privato, la cui ricchezza è il credito prodotto da arricchimento indebito, i padroni dei rapporti commerciali globali.

Questo male antico nasce con la creazione del nulla della nota di banco al posto della moneta d’oro e prestata ad interesse, ad usura.
Premesso che la creazione dal nulla (creatio ex nihilo) è prerogativa di Dio, il quale fin dalle origini (cf. Genesi, cap.3°) ha imposto all’uomo la facoltà di prosperare mediante il lavoro, chi oggi prova a scimmiottarlo con la creazione dal nulla della moneta, agisce con una forza di male che viene dall’oppositore del piano di Dio, il diavolo, colui vuole rendere tutta l’umanità sotto il suo dominio. Di quest’antica lotta, che vede la storia umana al centro della contesa, e di questa particolare ansia di dominazione dello spirito del male, che mira all’instaurazione di un regime terreno in cui costringere l’umanità in fitti vincoli e catene, reca traccia la Scrittura nel libro dell’Apocalisse:

“Inoltre obbligò tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e schiavi, a farsi mettere un marchio sulla mano destra o sulla fronte. Nessuno poteva comprare o vendere se non portava il marchio, cioè il nome della bestia o il numero che corrisponde al suo nome. Qui sta la sapienza. Chi ha intelligenza, calcoli il numero della bestia, perché è un numero d’uomo; e il suo numero è seicentosessantasei”

(Apocalisse capitolo 13, versetti 16-18)

Vediamo come da sempre la Chiesa Cattolica ha condannato l’usura: San Tommaso d’Aquino “Percepire l’usura, o interesse, per il denaro prestato è di per sé un’ingiustizia: poiché si vende in tal modo una cosa inesistente, determinando uno squilibrio che è in contrasto con la giustizia”.
Nel 1311 una dura condanna arrivò dal Concilio di Vienna “commettere usura e perseverare affermando che essa non fosse peccato è da considerarsi un’eresia”.
Leone XIII “Accrebbe il male la soppressione delle antiche corporazioni artigiane un’usura divoratrice che, sebbene condannata tante volte dalla Chiesa continua ugualmente“.
Papa Pio XI: “…non meno funesto ed esecrabile, l’internazionalismo bancario imperialismo del denaro per cui la patria è dove si sta bene“. L’enciclica Quadragesimo Anno di Papa Pio XI affronta in modo vigoroso i problemi morali insorgenti nel disordinato mondo della finanza.
Ancora, Papa Pio XII: “In che cosa consiste l’usura? Nell’esigere senza titolo legittimo un interesse illecito per una somma prestata, abusando del bisogno e dell’ignoranza altrui

Nel Catechismo della Chiesa Cattolica al paragrafo 2269 leggiamo: “Il quinto comandamento proibisce qualsiasi azione fatta con l’intenzione di provocare indirettamente la morte di una persona. La legge morale vieta tanto di esporre qualcuno ad un rischio mortale senza grave motivo, quanto di rifiutare l’assistenza ad una persona in pericolo”.

La dottrina sociale della Chiesa all’ art. 323 afferma: “La tradizione profetica stigmatizza gli imbrogli, l’usura, gli sfruttamenti, le vistose ingiustizie specie nei confronti dei poveri”; all’art. 328: “La salvezza cristiana, infatti, è una liberazione integrale dell’uomo, la liberazione dal bisogno, ma anche rispetto al possesso stesso: l’attaccamento al denaro infatti è la radice di tutti i mali, per il suo sfrenato desiderio alcuni hanno deviato dalla fede.” Art. 341: “Se nell’attività economica e finanziaria la ricerca di un equo profitto è accettabile, il ricorso all’usura è moralmente condannato”.

Per concludere, tollerare, da parte della società umana, condizioni di miseria che portano alla morte senza che ci si sforzi di porvi rimedio, è una scandalosa ingiustizia e una colpa grave. Quanti nei commerci usano pratiche usuraie e mercantili che provocano la fame e la morte dei loro fratelli in umanità, commettono indirettamente un omicidio, che è loro imputabile. Le pratiche usuraie sotterranee, tuttavia, sono risibili rispetto all’architettura dell’usura di sistema, fondato sulla creazione della moneta-debito da parte del sistema bancario, di cui abbiamo parlato all’inizio di questo scritto.

Sugli insegnamenti del compianto Professor Auriti noi oggi ci battiamo per la proprietà popolare della moneta, ossia per un sistema di creazione della moneta quale strumento di un diritto sociale da accreditare ad ogni persona umana, anche nascitura, per un diritto di natura che vuole che ogni cosa creata, fra cui la moneta, sia posta al servizio dell’uomo e della sua dignità trascendente e non contro di lui, né contro di quella. La moneta deve nascere in proprietà al popolo, al suo servizio, non in proprietà alle banche per soddisfare i loro interessi.
Facciamo nostra la teoria auritiana del valore indotto della moneta: sono le persone che, accettandola, garantiscono l’ accettazione e fruibilità sociale della moneta, che pertanto deve essere accreditata al solo ed autentico depositario del titolo giuridico di chi, con la sua fiducia, la “crea” e tiene in vita: l’umana popolazione. Pertanto, affinché ogni popolo sia il proprietario della sua moneta, nazionale e palpabile che sia o internazionale e digitale qual verosimilmente sarà, e non il debitore e lo schiavo di una piramide opprimente che lascia al vertice il sistema bancario, noi oggi, in prima istanza, proponiamo la creazione di buoni comunali da emettere a credito.

Ci appelliamo a tutti i preti, i Vescovi di Santa Romana Chiesa perché ascoltino il nostro grido. Infatti a chi ci obietta che la Chiesa non sposa nessuna tecnica, noi diciamo che noi non presentiamo nessuna tecnica, ma solo il raddrizzamento naturale delle cose. Dare a ciascuno il suo non è una questione tecnica e nemmeno economica, ma è una questione di giustizia e quindi doverosa.
Infatti il più grande peccato dei banchieri non è stato quello di schiavizzare l’umanità intera, ma renderci tutti dipendenti e idolatri verso il dio denaro. Vogliamo spezzare questo stato di cose, per amore di Dio e dell’uomo.

Caro lettore, Dio ti benedica! Se hai qualcosa di pertinente da aggiungere, osservazioni critiche da muovere, o semplicemente desideri complimentarti con l' autore dello scritto, qui puoi farlo, purché con spirito costruttivo e carità fraterna. Grazie!

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