«Senza di me, non potete fare nulla»

Gv 15,5

Laboratorio politico cattolico

Dei falsi principi

Elenco dei principi che, pur predicando un bene apparente, in quanto amorali od irrazionali realizzano il male dell’ uomo e della società.


Falsa misericordia – la misericordia, intesa come virtù morale, consiste nel guardare al male del prossimo come fosse il proprio e soccorrerlo, sovvenendo alle sue necessità spirituali (con il consiglio, l’ insegnamento, l’ ammonizione, la consolazione, il perdono, la sopportazione, la preghiera) e corporali (offrendo nutrimento, acqua, vestiti, alloggio, cura, visite, degna sepoltura). Movente della misericordia è il male altrui percepito come proprio, male che provocando un’ afflizione, o compassione, sospinge la ragione a compiere opere di misericordia spirituali e corporali gradite a Dio, il cui nuovo comandamento è appunto “amatevi come io ho amato voi”, ossia con amore vero, giusto e misericordioso fino alla fine. Quando però il moto di tristezza o compassione, che la misericordia suscita nella considerazione del bisogno altrui, si restringe al mero sentimento quale suo movente per agire a prescindere dalle giuste finalità e dai mezzi opportuni per farlo, la ragione ne viene offuscata nella sua capacità di giudizio, al punto che il soccorso del prossimo avviene in modo disordinato, cioè a prescindere dalle esigenze della giustizia e della prudenza. Una tale misericordia, falsata nel suo fine che è la salute spirituale e corporale del prossimo, si dice perciò falsa. E la falsità si verifica in due modi: o perché il bene corporale del prossimo viene danneggiato in nome del bene spirituale; o perché il bene spirituale del prossimo viene danneggiato in nome di quello corporale. Il fondamentalismo religioso, ad esempio, esercita falsa misericordia nel primo modo: muovendo in soccorso di una carenza spirituale percepita come male, impone verso questa il sacrificio dei corpi, ma in modo disordinato e talora perfino delittuoso (penitenze lesive, martiri violenti, imposizioni arbitrarie). Il fondamentalismo laicista, invece, esercita falsa misericordia nel secondo modo: in quanto volendo sovvenire all’ esigenze dei corpi, in nome del “benessere” dispone e talora giunge a sacrificargli con norme e decreti pubblici il bene spirituale (e morale) delle persone, ad esempio perseguitandone la fede, incoraggiando l’ immoralità dei costumi in vista della soddisfazione e del consenso delle minoranze che le compiono, fino alla forzatura e pervertimento del diritto. In entrambi i casi la misericordia viene falsata in quanto la considerazione del proprio sentimento (religioso o politico) priva la ragione delle giuste e prudenti determinazioni. La virtù della giustizia chiede infatti di dare al prossimo ciò che gli spetta, mentre la prudenza guida la ragione nella scelta dei mezzi propri e idonei in vista di un fine moralmente buono. Ora, soccorrere il prossimo nello spirito e nel corpo è giusto, e la carità obbliga a farlo con prudenza. Se però la misericordia si lascia guidare dal proprio moto di tristezza sensibile, ignorando di indagare le ragioni del male, nonché i mezzi propri per rimediare, lasciando che la ragione sia in balìa del sentimento e non sua guida, l’ azione di soccorso ai bisogni del prossimo avverrà senza discrezione, cioè senza considerazione dei giusti diritti e dei leciti mezzi e idonei per realizzarla: di fatto, arrecando più danno che benefici, come si vede avvenire, ad esempio, in coloro che per sostenere i diritti del prossimo pretendono di scavalcare la legge morale che tutti obbliga, mancando così di vera giustizia;  o in coloro che per salvare la vita del prossimo, si accordano per farlo anche con chi del prossimo fa’ commercio di carne, mancando così di vera prudenza.

Studi di laboratorio: Bisogna che i bambini ammoniscano gli adulti

Confronta: San Tommaso, Sommario di argomenti teologici (II-II, Argomento 30: la misericordia)


Tolleranza – falso principio morale, che a dispetto della virtù reale della liberalità cui si richiama, ne tradisce il principio movente, ch’ è la carità. Tollerare il prossimo nelle differenze infatti non è sufficiente per assolvere il precetto della carità comandata da Dio, che ci obbliga ad amare il prossimo nella misura in cui egli è un altro me stesso, non in quanto è diverso da me. La tolleranza, invece, propugnata da coloro che non riconoscono in Dio il proprio fondamento, è proposta come principio di ragion sufficiente da parte di chi, oscurato il lume di fede e privatosi così della carità, non trova miglior appiglio in se stesso per voler bene al prossimo che sopportarne la diversità d’ opinione, religione e costume. Ma ciò, come visto, non basta. Ora, in quanto tollerare le differenze altrui non equivale ad amarne la persona, in quanto falsifica la verità morale, la tolleranza è principio ad un tempo a-morale e irrazionale. E dimostra l’ a-moralità in questo modo: quando viene impugnato dalle persone la cui condotta è pubblicamente immorale a tutela e salvaguardia della propria immoralità; e ne dimostra l’ irrazionalità in quest’ altro: quando viene usato come bastone per punire coloro che si oppongono ragionevolmente all’ immoralità; infatti, benché coloro che si oppongono all’ immoralità siano tanto pochi da costituire una minoranza, tale per cui dovrebbero essere tutelati e difesi in nome del principio della tolleranza, al contrario proprio questi ultimi, e in nome della tolleranza, sono sovente oggetto di minacce, sdegno e grande persecuzione pubblica e privata. Donde si evince che la tolleranza è falso principio.

Studi di laboratorio: Democrazia, alcune questioni emergenti