«Senza di me, non potete fare nulla»

Gv 15,5

Laboratorio politico cattolico

Dell’ordine sociale

Alla luce della parola di Dio, dell’ insegnamento della chiesa, e con riferimenti al dettato costituzionale, ci proponiamo in questa sezione di mettere in luce i principi regolatori l’ ordine sociale.


Carità – unita alla verità, è il principio fondamentale dei rapporti sociali; senza carità, la società si disgrega; è il dono più grande di Dio agli uomini; presiede alla coesione sociale, determinando tanto la bontà dei micro rapporti inter-personali (amicali e familiari), quanto quella fra i gruppi sociali maggiori (società, stati e nazioni); si riceve dal Padre, per mezzo del Figlio, nell’ effusione dello Spirito Santo; si perde con il peccato grave; si riacquista con la contrizione e la confessione; mancando la carità, si genera corruzione, ingiustizia, malessere sociale; laddove la carità è presente, si generano frutti di pace, concordia, giustizia, e dunque felicità sociale; è unita alla verità, senza la quale degenera in sentimentalismo.

Confronta: Caritas in veritate, lettera enciclica di Benedetto XVI

Studi di laboratorio: Caritas in veritate in re sociali ; La carità quale norma fondamentale del diritto


Dignità trascendente – è l’incommensurabile dignità che ciascuno uomo, donna, nascituro o morituro ha per natura creaturale, per esser ciascuno di noi una immagine creata a somiglianza del creatore, egli stesso comunione di persone, per conoscere le quali siamo stati creati capaci di relazionarci in spirito e parola. Frutti del pensiero eterno ed increato, l’uomo e la donna sono il fine della creazione, e dunque anche il fine dei servizi che la società umana organizza per la soddisfazione dei bisogni materiali e spirituali di ciascuno. In quanto oggetto dell’amore eterno del pensiero creatore, una dignità infinita trascende e riveste ogni persona, quale che sia la sua condizione contingente: sia egli povero, ricco, vizioso o virtuoso. Ogni creatura umana è fatta per gioire eternamente in Dio, ed è oggetto di un grande annuncio: la vita eterna che lo convoca a sé, tramite la fede in Cristo e le buone opere. Poiché fine del creato sono la donna e l’uomo; fine di entrambi la vita divina in Dio.
Permettendo di cogliere il dinamismo che evoca la radicale dignità di ogni persona umana, in sé stessa valore sommo e centro del creato, verso il quale tutte le cose servono e devono essere asservite, la dignità trascendente è il criterio ultimo per valorizzare immensamente ogni persona secondo la natura che gli è propria, non per qualità, né per meriti, crediti o lignaggio. La “dignità sociale” soffre le angustie di una concezione angusta e limitata: serve rinnovare lo sguardo della nostra contemplazione verso la reale natura delle cose, per aggiornare di conseguenza la carta delle leggi che ci governano, parificare le costituzioni scritte da mani d’uomo al libro della vita e della natura scritto dal dito di Dio. La giustizia richiede un tale riconoscimento: perché l’uomo e la donna sono in sé stessi il fine della società, non il mezzo del profitto dei pochi. L’educazione alla libertà dei figli di Dio emette il proprio bando: ella chiama a raccolta insegnanti, pedagoghi, genitori e tutti coloro che hanno a cuore lo sviluppo di quella meravigliosa pianta che è il nascituro, a fornirgli passo dopo passo il cibo della vera istruzione, affinché le generazioni future imparino ad abitare la terra in spirito di grazia, a lode del creature comune. Solo nell’amore e nella conoscenza del creatore è infatti possibile conoscere le leggi dell’amore che governano la vita, per imitarle e radicarsi nell’amicizia e nella prossimità che ci lega per la medesima dignità creaturale che ci è propria: dignità di creature fatte da Dio con infinito amore per partecipare ad un destino di infinita gioia nella cooperazione vicendevole.

Studi di laboratorio: Teologia della natura ; Kairòs, il tempo propizio ; Diritto tributario e diritto finanziario: tra dignità sociale e trascendente ;

Precedenza del diritto – è il principio di giustizia per il quale qualunque affermazione di diritto positivo ha valore e legittimità soltanto nella misura in cui rispetta il diritto naturale, scavalcando o aggirando il quale ogni “diritto” sopraggiunto, perso il carattere di validità universale ed uguaglianza, diventa mero arbitrio. Un diritto arbitrario non è più infatti un diritto, quanto l’ imposizione di una stortura legalizzata. La precedenza del diritto tutela dunque i legislatori affinché i processi di creazione delle norme e decreti di legge umana si fondino e innestino sulle leggi intrinseche alla natura razionale delle cose, fissate dalla logica divina in maniera razionale e comprensibile.

Studi di laboratorio: Sulla precedenza del diritto: osservazioni, definizioni e problemi


Sovranità popolare – costituisce il potere conferito alla popolazione, nelle forme e nei limiti di legge, di eleggere i propri rappresentanti di Governo; eredita storicamente le funzioni di rappresentanza del monarca, destituito dei poteri legislativi, esecutivi e giudiziari; non comportando autonomia di fronte alle leggi civili e positive, tanto meno la determina quanto a quelle divine e sempre valide; determina a partire dal voto, ossia dalla scelta espressa dalla popolazione cui è conferita, la bontà o la malizia di un Governo.

Confronta: Art. 1° cost. italiana

Studi di laboratorio: Sovranità popolare – Funzioni, opportunità e limiti


Sussidiarietà – principio fondamentale dell’ ordine sociale e comunitario, che specifica e delimita le funzioni dei gruppi sociali maggiori (comunità sovra-nazionali e statali) rispetto ai minori (corpi intermedi, famiglie, persone), e viceversa; venendo meno tale principio, l’ ordine sociale ed ogni precedenza del diritto vengono sconvolti; in sua assenza, lo stato di diritto degenera in arbitrio di stato, con infauste conseguenze per la libertà personale e la felicità delle popolazioni.

Confronta: Dottrina sociale, Cap. 4°, IV, par. a, b

Studi di laboratorio: Democrazia, alcune questioni emergenti


Tripartizione dei poteri – è il principio secondo il quale, al fine di bilanciare e moderare il potere temporale in seno all’ ordine statale e comunitario, esso viene attribuito e suddiviso nelle sua triplice funzione, ossia legislativa, giudiziaria ed esecutiva, a organi di competenza organizzati per collaborare indipendentemente tra loro e al servizio della comunità. Secondo il compendio della dottrina sociale [408]: « Il magistero della chiesa riconosce la validità del principio relativo alla divisione dei poteri in uno stato: « È preferibile che ogni potere sia bilanciato da altri poteri e da altre sfere di competenza, che lo mantengano nel suo giusto limite. È, questo, il principio dello “stato di diritto”, nel quale è sovrana la legge, e non la volontà arbitraria degli uomini ».

Confronta: Costituzione italiana, Dottrina sociale

Studi di laboratorio: Sovranità popolare – Funzioni, opportunità e limiti


Verità – unita alla carità, è il principio fondamentale dei rapporti sociali; senza verità, la società si separa dal fondamento che la trascende, smarrendosi nel relativismo culturale; si conosce di persona in Cristo; si pratica nell’ osservanza dell’ ottavo comandamento; la verità libera l’ uomo; la sua negazione, rende schiavi del peccato e dell’ ignoranza.

Confronta:  Caritas in veritate, lettera enciclica di Benedetto XVI

Studi di laboratorio:  Caritas in veritate in re sociali ; Verità del diritto e diritto della verità