«Senza di me, non potete fare nulla»

Gv 15,5

Laboratorio politico cattolico

Pubblicato in Invito alla collaborazione il 13 settembre 2018

di Giovanni Traverso

Dio è morto, ma ha fatto testamento

Meditazione a viso aperto e sprono agli sparuti lettori al fine di coinvolgersi e coinvolgere terzi all’utilizzo di questo strumento, elaborato non per l’ambizione dei singoli, ma per l’azione dei cristiani nella società.

Saluto i lettori, e dopo l’immeritato riposo estivo, riprendo a scrivere da queste righe. Le novità a titolo personale sarebbero molte, ma perché renderle pubbliche? Ci siamo sposati e attendiamo un figlio. Questi basti ai curiosi.
L’estate ci ha portato dunque un Governo con la G maiuscola: finalmente qualcuno che difenda la Domenica, il giorno del Signore, coloro che hanno diritto al riposo; finalmente qualcun altro che ci protegge dalle convulse brame europeiste, brandendo rozzo usbergo di fronte a chi vorrebbe fare dell’Italia il giardino del liberismo progressista, la patria di ogni vernice. Lo diciamo con cuore cristiano: siamo stanchi di srotolare il tappeto di fronte a questo novello commercio di schiavi. La nostra coscienza cristiana e la chiesa cui apparteniamo si è espressa da secoli or sono contro quest’andazzo che, saltuariamente, si ripresenta nella storia umana: il tentativo di sottomettere le persone alla forza lavoro si perde nella notte dei tempi. Già il Faraone, emblema di questo tipo di bieco capitalismo sfruttatore, costruttore di idoli a propria immagine e somiglianza, ci provò con gli Ebrei; ma Dio mandò loro Mosè, mosso da Spirito Santo, a liberarli; poi, di fronte alla schiavitù di tutte le umani genti, quella al peccato, mandò il Figliolo suo, l’eterno genito, a proclamare il suo vangelo di pace. E così la chiesa, da sempre, ha pietà per gli schiavi, i sottomessi, gli ultimi, perché riconosce in loro se stessa: la chiesa che, fatta per diventare santi, pure è dei peccatori!
Scriviamo dunque da questi avamposti del semi-anonimato per scrollarvi, cristiani, fatti a brandelli dalle molte opinioni: urge asserragliarci dietro l’unica opinione buona, quella di Cristo Gesù, che parla per mezzo del suo vicario. Molti si affacendano a trovar difetti al nostro venerabile Santo Vecchietto, dico Francesco, che pare simile al nonno buono in mezzo a un cortile di bimbetti bizzosi, che gli fanno sgambetti e pernacchie. Vi sono molti diavoli in giro nell’aere in quest’ evo oscuro e concentrico, chiuso entro se stesso, veramente privo di luce propria. Tanto più, signorotti cristiani, mamme, bimbi, operai, avvocati e voi che costellate il puzzles di questa intricata e complessa società, fate capolino una buona volta! Non è questo il tempo del silenzio: taceremo in cielo, quando il silenzio di Dio farà arrossire tutti noi. Questo è il tempo delle opere buone, sante e cristiane. Insomma: qualcosa dobbiamo fare con la grazia di Dio, o di noi sarà un fritto misto all’italiana!
Abbiamo la benedizione di un Governo che si pone in rotta di collo con quel gigantesco ed inutile apparato burocratico che partorisce leggi che non tengono conto dell’humus che vogliono andare a fertilizzare: diciamo le europee, seme di diavolerie, massonerie, intrighi a cielo aperto sedimentatisi nei circoli di Londra del XVII secolo, fra i Lumi di Parigi e Ginevra nel XVIII fino a Bruxelles oggi giorno. Abbiamo due nemici: una istituzione da far crollare (distruggendola o riformandola), che si chiama Unione Europea, e significa “Distruzione di ogni cultura cristiana e di ogni diritto naturale dei popoli”, e una seconda bestia, profetessa di quel primo nemico, che si chiama BCE, ed è il suo strumento, che significa “usurocrazia di vertice”, ed è la fonte di ogni (iniquo) debito sociale. Ovviamente, tali parole, scontenteranno i sacerdotes oeconomiae, rattristeranno i moderati, e del resto, contrarieranno molti altri fra noi; ma chi dice che io abbia ragione? Non lo pretendo: eppure, ho ottimi argomenti a riprova, che nel corso di questi articoli mi sono premurato fino ad oggi di portare alla vostra attenzione. A voi il giudizio, lettori. Una cosa è certa: da qualunque parte il vero penda, sempre dal timone di Cristo noi lo afferreremo. Perché in Lui è ogni verità, riposo e vita. Perché disse bene quel filosofo, parlando della morte di Dio. Ma se da una parte “Dio è morto”, d’altra parte noi, suoi figli peccatori e piena d’ogni commossa gratitudine, possiamo aggiungere: “certo è morto, ma ha fatto testamento”. Ed essendo noi i suoi eredi, perciò – come sta scritto – vogliono farci fuori.

Caro lettore, Dio ti benedica! Se hai qualcosa di pertinente da aggiungere, osservazioni critiche da muovere, o semplicemente desideri complimentarti con l' autore dello scritto, qui puoi farlo, purché con spirito costruttivo e carità fraterna. Grazie!

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