«Senza di me, non potete fare nulla»

Gv 15,5

Laboratorio politico cattolico

Dell’ordine economico

In questa sezione definiamo taluni principi che devono regolare l’ ordine economico.


Destinazione universale dei beni – tutto ciò che esiste è stato creato da Dio (Gv 1,3) per il bene delle creature, animali e uomini. Dio, ch’ è eterna ragione (Gv 1,1) e carità (1Gv 4,8 ), secondo ragione e carità vuole che i beni creati per tutti siano da tutti posseduti in qualche misura. La destinazione universale dei beni comporta dei limiti all’ appropriamento delle risorse da parte di alcuni a discapito di tutti gli altri (Dottrina sociale, §171 e sg.). Laddove vi sia un bene universale possedendo il quale soltanto la sopravvivenza dell’ individuo e della sua famiglia sono garantiti, esso deve essere dichiarato proprietà universale degli uomini tutti, e pertanto gestito tributandolo e compartecipandolo ad ogni persona abitante la terra secondo la misura minima dei suoi bisogni primari e diritti inalienabili di accesso all’ acqua, al pane, a un alloggio e alle cure.

Confronta: Dottrina sociale, § 171 e seguenti

Studi di laboratorio: Di chi è l’ immagine sulla moneta?


Proprietà della moneta alle persone – Per il principio della destinazione universale dei beni, secondo il quale le risorse disponibili nell’ordine creato da Dio sono destinate dalla sua giustizia a soddisfare la domanda e i bisogni universali, senza arricchire alcuni a discapito di altri, quel bene particolare che è la moneta, che assicura l’accesso alle risorse primarie per vivere è da tributare in proprietà delle persone umane all’atto stesso dell’emissione. Tale proprietà deve accreditarsi in conseguenza di due diritti: il primo scaturisce dalla stessa dignità di ogni persona umana, che per la sua trascendente finalità è stata fatta simile a Dio e sovrana sopra il regno animale (Genesi 1,27-28), e in quanto tale, è naturalmente titolare di un diritto naturale a vivere e mantenersi in vita, in quanto ella è il fine del creato, e il danaro il mezzo proprio del suo sostentamento corporale, affinché ella non resti schiava del lavoro e divenga incapace di volgersi liberamente al suo primo fine; il secondo scaturisce come diritto sociale in quanto promotrice della ricchezza nazionale è ogni singola persona, che  tramite l’apporto del suo lavoro materiale o spirituale determina l’incremento della ricchezza collettiva onde cui si necessita una maggiore emissione di moneta. Pertanto, mentre la creazione fisica della moneta resta delicato compito dell’istituzione di diritto pubblico legittimata dall’autorità governativa competente a stampare moneta e a monitorare i flussi di emissione, la proprietà della moneta stampata, quale frutto del lavoro dei singoli, andrà accreditata – e non addebitata – sul conto dei cittadini, legittimi proprietari cui secondo giustizia spetta. La proprietà della moneta all’atto dell’emissione dovrà pertanto essere trasferita dalle autorità preposte quale credito naturale e sociale verso tutti i concepiti, i quali entreranno nel pieno e legittimo possesso legale dei loro crediti finanziari al compimento della maggiore età. In tal modo, il benessere e la crescita di una nazione non saranno più pertanto commisurati soltanto sulla produzione dei beni e dei servizi, ma su quel bene e valore ultimo che è, in se stessa, ogni persona umana, considerata sotto l’aspetto del suo eterno fine di felicità e stabilità in Dio. La persona, infatti, è in se stessa, quale immagine creata di Dio, il reale valore senza il quale la moneta cessa di averne alcuno.

Confronta: Dottrina sociale, § 171 e seguenti

Studi di laboratorio: Il lavoro che il Padre celeste ci chiede ; Oltre la civiltà del commercio ; Di chi è l’ immagine sulla moneta? ; La povertà d’Italia è la ricchezza di Francoforte ; La carità quale norma fondamentale ed altri considerazioniLa condanna dell’usura da parte della Chiesa Cattolica e dell’attuale sistema della moneta a debito