«Senza di me, non potete fare nulla»

Gv 15,5

Laboratorio politico cattolico

Pubblicato in Questioni morali il 5 aprile 2023

di Francesca Tonnarelli

Della riforma interiore delle donne, secondo Cristo oppure secondo il demonio

L’autrice, appoggiandosi a passi di Qoelet, Siracide e Imitazione di Cristo, offre una breve riflessione sulla maledizione che attira su di sé e sugli altri una donna immodesta e scostumata.

«Vanità è dunque ricercare le ricchezze, destinate a finire, e porre in esse le nostre speranze. Vanità è pure ambire agli onori e montare in alta condizione. Vanità è seguire desideri carnali e aspirare a cose, per le quali si debba poi essere gravemente puniti. Vanità è aspirare a vivere a lungo, e darsi poco pensiero di vivere bene. Vanità è occuparsi soltanto della vita presente e non guardare fin d’ora al futuro. Vanità è amare ciò che passa con tutta rapidità e non affrettarsi là, dove dura eterna gioia. Ricordati spesso di quel proverbio: “Non si sazia l’occhio di guardare, né mai l’orecchio è sazio di udire” (Qo 1,8). Fa’ dunque, che il tuo cuore sia distolto dall’amore delle cose visibili di quaggiù e che tu sia portato verso le cose di lassù, che non vediamo. Giacché chi va dietro ai propri sensi macchia la propria coscienza e perde la grazia di Dio» (Imitazione di Cristo, capitolo I, paragrafo II).

Così come eterna è la Parola di Dio, altrettanto effimero rimpiangere il mos maiorum.

Non una lamentazione, pertanto, su come fossero virtuose le donne del secolo scorso, bensì un richiamo all’attenzione delle odierne sulla fondamentale necessità di vivere il Logos e rendersi tale.

Un fiore ha forse necessità di fingersi diverso da come è stato creato per piacere al punto di essere raccolto? I suoi petali, il suo profumo, i suoi colori, anelano alla perfezione così come sono.

Altrettanto una donna, per come è stata creata, ha forse necessità di pervertire la sua figura per essere desiderata? I suoi occhi sono tanto più belli e seducenti quanto più desiderano Dio; il suo corpo è tanto più amabile quanto più puro si mantiene; così i suoi capelli, le mani, la bocca, le gote, le caviglie sono tanto più desiderabili quanto più si rendono casti e modesti.

Quanta amarezza cova una donna che perde il proprio tempo nel pervertire sé stessa seguendo la moda!

Quanta insoddisfazione e imprecazioni nel tentativo di imitare il trucco di quell’attrice o di quella cantante o di quell’influencer!

Quante bestemmie se non trova quell’abito così modaiolo e seducente per suscitare l’invidia delle amiche, la gelosia del fidanzato e la perversione nelle giovani ancora innocenti!

A che giova? Alla dannazione.

Quante donne, in vero, a causa del proprio malcostume attirano a sé delitti –tra cui aborti-, divorzi, pornografia, maldicenze, gelosie, imprecazioni volte a onorare la lussuria!

Dice il Siracide (26, 5-9):

Tre cose teme il mio cuore,
per la quarta sono spaventato:
una calunnia diffusa in città, un tumulto di popolo
e una falsa accusa: tutto questo è peggiore della morte;
ma crepacuore e lutto è una donna gelosa di un’altra
e il flagello della sua lingua si lega con tutti
.
7  Giogo di buoi sconnesso è una donna malvagia,
colui che la domina è come chi acchiappa uno scorpione.
8  Gran motivo di sdegno una donna ubriaca,
non riuscirà a nascondere la vergogna.
9  La scostumatezza di una donna è nell’eccitazione degli sguardi,
si riconosce dalle sue occhiate.

Non si rimpiange, pertanto, il mos maiorum, la virtù idealizzata negli antichi (poveri peccatori come noi!), ma si guarda con amarezza il frutto del peccato a fronte del monito della Scrittura.

Una donna scostumata attirerà a sé un uomo perverso.
Dalla perversione nascerà una relazione maledetta: eccitamento sessuale e piacere dei sensi ne saranno timone.

La lussuria chiamerà la morte, del corpo e dell’anima.

Una fecondazione indesiderata sarà causa di aborto.

Una relazione libertina porterà gelosia e violenza verbale, poi, molto probabilmente, fisica, fino all’eventuale omicidio.

Il divorzio, disgrazia dei matrimoni impiantati sull’argilla della legge civile o su una fede ipocrita, porterà tristezza dei coniugi e degli eventuali figli.

Quale responsabilità hanno le donne nel preservare l’uomo e i propri figli dall’immoralità e l’indecenza!

Una donna modesta, desiderosa di piacere a Dio, sarà più facilmente il cuore pulsante e il ventre fecondo di una casa benedetta.

Continua, infatti, il Siracide (26, 14-16):

E’ un dono del Signore una donna silenziosa,
non c’è compenso per una donna educata.
15  Grazia su grazia è una donna pudica,
non si può valutare il peso di un’anima modesta.
16  Il sole risplende sulle montagne del Signore,
la bellezza di una donna virtuosa adorna la sua casa.

Donne, ascoltate una donna come voi: siate caste e anelate a Dio.
Combattiamo contro questo mondo che ci vuole sgualdrine del demonio.

Caro lettore, Dio ti benedica! Se hai qualcosa di pertinente da aggiungere, osservazioni critiche da muovere, o semplicemente desideri complimentarti con l' autore dello scritto, qui puoi farlo, purché con spirito costruttivo e carità fraterna. Grazie!

Commenti

Notificami
avatar
3000
wpDiscuz