«Senza di me, non potete fare nulla»

Gv 15,5

Laboratorio politico cattolico

Pubblicato in Dottrina sociale, Europa, o Cristianità il 24 febbraio 2018

di Franco Lodi

La strage degli innocenti: il caso di Isahia Haastrup

Alla luce dei fatti di cronaca che giungono dai paesi anglosassoni, l’autore dell’intervento riflette sull’ avvaloramento della dignità umana che scaturisce dai comandamenti divini circa l’intrinseca sacralità di ogni vita umana, cui consegue il divieto per l’uomo di farsi arbitro sulla vita altrui. Affrancatasi dalla logica dei divini comandamenti come fatto pubblico, l’ideologia economica contemporanea, che permea dei suoi valori le istituzioni UE, in ossequio ai criteri aziendalistici improntati alla massimizzazione dei profitti e al taglio degli sprechi giunge ad elaborare e mettere nella pratica una nuova antropologia, che vede l’uomo quale mero oggetto di scarto laddove questi non possa adempiere efficientemente al proprio ruolo economico nella catena produttiva. A questa barbara visione si oppone sostanzialmente il vangelo della vita, che con la dottrina sociale della chiesa ci orienta e dota degli strumenti politici idonei per lavorare alla costruzione di un’ Europa secondo Dio e secondo natura.

L’avevamo denunciato la scorsa estate che il caso Charlie Gard sarebbe stato il primo di una lunga serie: la strage degli innocenti era iniziata. A fine gennaio è arrivata la decisione in primo grado per il piccolo Isaiah Haastrup, di appena un anno: “Staccare la spina è nel miglior interesse del paziente” hanno sentenziato i giudici, contro il parere dei genitori. Isaiah è rimasto leso durante il parto e perciò vive intubato.
L’altro caso è quello del piccolo Alfie Evans, bimbo di 21 mesi, la cui diagnosi è ancora incompleta; non si sa infatti se sia vittima di una malattia neuro-degenerativa o se il suo stato sia dovuto a uno scompenso metabolico. Anche lui vive con la ventilazione artificiale, ma è in grado di mangiare e bere con l’aiuto dei genitori. Anche per lui la sentenza parla di “vita non dignitosa”.
In entrambi i casi i giudici si mettono al posto di Dio e si arrogano il potere di decidere sulla vita e sulla morte.
Come ci ricorda Gianna Jessen, la donna americana sopravvissuta ad un aborto, nelle sue testimonianze in giro per il mondo: “Chi sei tu, persona in salute e sana, per decidere della mia qualità della vita sulla base dei tuoi soli criteri?”. Perché è proprio questo di cui si tratta: la qualità della vita. Ma la qualità in base a cosa? Ottant’anni fa ci pensava Hitler a realizzare la razza perfetta uccidendo i disabili, oggi ci pensa la cultura capitalista in nome dell’efficienza per il servizio al dio denaro. Già, ancora una volta lo scontro tra Dio e mammona, tra bene e male. Se non puoi produrre non sei utile, questa è la cultura dello scarto denunciata da Papa Francesco e che vediamo ben applicata nei casi dei nostri tre fratellini. Ma fino a che punto si arriverà di questo passo? I prossimi a essere ritenuti indegni di vivere chi saranno, i ciechi? Gli zoppi? Gli storpi? Anzi c’è di più: queste persone vengono considerate un costo non sostenibile per la società attuale. Perché questo? Perché oggi non si sa più cosa sia l’amore; e difatti quello che chiedono questi bambini è solo l’amore dei loro genitori e delle persone che gli stanno a fianco. E’ troppo chiedere questo? Sembra di si.
La dottrina sociale della chiesa afferma: L’uomo e la donna sono in relazione con gli altri innanzi tutto come affidatari della loro vita.

“Domanderò conto della vita dell’uomo all’uomo, a ognuno di suo fratello”(Gen.9,5)

ribadisce Dio a Noè dopo il diluvio. In questa prospettiva, la relazione con Dio esige che si consideri la vita dell’uomo sacra e inviolabile.

Il quinto comandamento:

“Non uccidere!”

ha valore perché Dio solo è Signore della vita e della morte. Il rispetto dovuto all’inviolabilità e all’integrità della vita fisica ha il suo vertice nel comandamento positivo:

“Amerai il prossimo tuo come te stesso” (Lv 19,18)

con cui Gesù obbliga a farsi carico del prossimo.

Offriamo le nostre preghiere e i nostri digiuni in questo tempo di quaresima per la conversione di quei cuori duri come pietra che non riescono a vedere in Alfie e Isaiah il volto di Cristo sofferente, che ci ricorda:

«Ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me» (Mt 25,40)

Chiediamo alla nostra Madre Celeste che interceda presso il Figlio per un miracolo.

Caro lettore, Dio ti benedica! Se hai qualcosa di pertinente da aggiungere, osservazioni critiche da muovere, o semplicemente desideri complimentarti con l' autore dello scritto, qui puoi farlo, purché con spirito costruttivo e carità fraterna. Grazie!

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