«Senza di me, non potete fare nulla»

Gv 15,5

Laboratorio politico cattolico

Pubblicato in Questioni morali il 1 giugno 2017

di Giovanni Traverso

Pornografia: un’ industria dell’ egoismo globale da smantellare

Riassunto – Il sacramento battesimale ci ha costituiti re, sacerdoti e profeti del regno di Dio. Padri e madri esercitano appieno la loro vocazione naturale di trasmissione della vita ai figli affiancandola a quella profetica, di educazione della famiglia alla fede. La nostra società assiste oggi al dilagare di uno spirito di inimicizia che attenta alla famiglia naturale fondata sull’ amore fra uomo e donna, corrompe ragazzi e ragazze, e finanche i bambini, delegittimando apertamente i precetti divini, contraddicendo la realtà sessuale di natura, mistificando le disposizioni all’ amore naturale, al dono della vita, al desiderio di essere insieme e per sempre felici, ed esserlo in grazia di Dio. Divorzio, aborto, contraccezione, impurità e pornografia, nemici giurati dell’ amore vero, puro e legittimo fra uomo e donna, sono mali da combattere e distruggere. Ci soffermiamo in quest’ articolo sulla pornografia, industria di un egoismo da vietare, secondo l’ art. 21 della Costituzione italiana.

Il Signore della vita ha plasmato noi uomini maschio e femmina, perché unendoci realizzassimo la prima vocazione ricevuta:

« Siate fecondi e moltiplicatevi »

Il Signore ha benedetto all’ inizio della creazione la sessualità umana, ordinandola al suo retto fine: la trasmissione della vita terrestre a nuove generazioni destinatarie della vita celeste. Incarnandosi l’ ha poi confermata ed elevata a segno sacro (Sacramento): l’ unione dei figli di Dio realizza e perfeziona l’ immagine terrena dell’ unione divina verso cui ogni persona è diretta nel cammino d’ obbedienza nella fede, nell’ ascolto dei moti dello Spirito Santo, nella crescita e corroborazione di grazia divina infusa.

Così, l’ amore fra uomo e donna è stato assimilato all’ amore che Dio ha per l’ uomo: un amore perfetto, eterno e totale. L’ amore degli sposi è chiamato ad incarnare questa totalità col dono reciproco, l’ eternità con la promessa matrimoniale del “per sempre”, la perfezione perché l’ amore vero vuole sempre crescere, e mai diminuire, offrire di più e togliere di meno.

Il matrimonio cristiano, che presuppone l’ attrazione naturale fra uomo e donna, è in tal modo diventato la forma propria in un cammino di santità a due, costituitosi e comunicatosi per grazia celeste con il suggello di un Sacramento proprio: il matrimonio cristiano.

Gli sposi, ministri perpetui del Sacramento nuovo ricevuto, sono partecipati così di un’ unità più profonda in Cristo, che li integra in una trinità relazionale (sposo e sposa in Cristo) fecondatrice di vita: i figli.

Segno di quest’ unità in Cristo che il Sacramento conferisce loro, è l’ unità corporea reale che attua: gli sposi cristiani – per mezzo del Sacramento del matrimonio – sono realmente, non metaforicamente, uniti in un unico corpo solo; così come acqua e pane, dopo la consacrazione, sono realmente il sangue e il corpo di Cristo.

Essi esprimono la propria unità con gli atti amorosi propri del matrimonio, onde il seme della vita biologica si trasmette e feconda di generazione in generazione: perciò uomo e donna, come sposi, son fatti ministri procreatori di Dio, laddove gli uni generano i corpi, e il Signore crea le anime personali di ognuno.

Essi inoltre educano le generazioni cui per dono divino hanno dato luce al culto ragionevole del vero Dio, quel culto in spirito e verità che il Padre celeste per mezzo di Cristo ci ha insegnato, mentre il Signore conferisce loro la grazia per crescere verso di lui. E così assolvono alla propria funzione profetica, dacché lo Spirito del Padre parla in loro trasmettendo la fede ai figli.

Fatti dunque ministri della procreazione e maestri della fede in ambito familiare, i genitori e sposi cristiani sono così perfettamente consacrati nella vocazione battesimale ricevuta: stirpe regale, perché eredi per grazia del regno dei cieli, essi amministrano i beni e la missione del sacerdozio comune nel matrimonio, di cui sono ministri e per cui dalla loro unione la nuova vita è generata, e nel battesimo riceverà la pienezza della consacrazione; sono poi i profeti del regno di Dio nella trasmissione delle verità del vangelo ai propri figli.

Vocazione veramente eccelsa! verso cui la grazia divina chiama miliardi di ragazzi e ragazze a prendere tanto sul serio il dono della propria natura sessuale e relazionale, la quale – se ben orientata – consentirà loro di perseguire gli obbiettivi propri dell’ esistenza: donarsi e donare vita agli altri, crescere nella comunione di grazia e santità con il Padre, i fratelli e le sorelle, e conseguire la vita eterna.

Ora, di fronte a tutto questo, la nostra società ha conosciuto diverse forme di distruzione, deprezzamento, negazione dell’ intimità umana legata alla sessualità e relazionalità umane e alla loro verità.

I persecutori della verità naturale circa il dono della sessualità e di quella soprannaturale circa il sacramento matrimoniale hanno del resto un nome: divorzio, aborto, contraccezione, teorie di genere, impurità e pornografia.

Li presentiamo in sintesi, soffermandoci sull’ ultimo.

Con la concessione del divorzio in Italia (1978), per voto referendario ma in barba ai precetti divini che la società cristiana aveva tramandato e salvaguardato nei secoli, si è dato il via libera alla distruzione del tessuto familiare sociale. Da allora, infatti, ai moti di disgregazione, per altro spesso del tutto congeniti alla dinamica dei rapporti fra moglie e marito, han fatto sponda le concessioni del diritto positivo, il cui esito è quello che viviamo: una società fortemente indebolita nella capacità di creare legami stabili, unioni legittime e durature, famiglie, in definitiva, felici perché unite, nonostante tutto. Venendo a mancare l’ unione fra gli sposi, è mancata infatti la coesione dei rapporti interni: padri contro madri han messo figli contro genitori, gli uni contro gli altri, e nessuno vincitore. Che la concessione al divorzio sia stata un fallimento è un’ evidenza sociale per tutti coloro che hanno un cuore di figli, e non di dottori della legge: nessun figlio e nessuna figlia, del resto, avrebbe mai voluto vedere i propri genitori contrapposti in battaglia legale. Questo è stato loro concesso, nonostante il divieto divino al divorzio:

« Nessuno osi separare ciò che Dio ha unito »

Ma non volendosi tenere conto della parola di Dio, una volta di più, ne è dilagato ogni male.

L’ aborto è piaga tanto terribile, tanto più in quanto è ancora barbaramente promosso come “diritto” da quegli organi che dovrebbero porsi alla tutela dei diritti dei più deboli: Onu, Ong, Stati di diritto. Questi, al contrario, segnano una fase di regresso, specialmente nelle società secolarizzate, nella capacità del pensiero umano di progredire verso forme più evolute di elaborazione del diritto: a livello dei nascituri, al contrario, l’ egoismo delle madri che vogliono sbarazzarsi dei frutti imprevisti delle loro unioni sessuali è tutelato, mentre si stenta ancora a difendere il diritto di coloro che vorrebbero naturalmente nascere, per non obbedire semplicemente alle esigenze del quinto comandamento divino che vieta di uccidere:

« Non uccidere »

La contraccezione, poi, realizza esattamente il capovolgimento del retto fine per cui la sessualità ci è stata donata: la donazione degli sposi, la cui unione è al servizio della vocazione ricevuta alla vita, e non contro di essa, tramite la dispersione del seme viene negata con atto sacrilego che il creatore punì fin dagli albori, in quanto il seme è fonte di vita (Genesi, 38,8-10):

«Allora Giuda disse a Onan: «Unisciti alla moglie del fratello, compi verso di lei il dovere di cognato e assicura così una posterità per il fratello».  Ma Onan sapeva che la prole non sarebbe stata considerata come sua; ogni volta che si univa alla moglie del fratello, disperdeva per terra, per non dare una posterità al fratello. Ciò che egli faceva non fu gradito al Signore, il quale fece morire anche lui».

L’ impurità, ancora, non è altro che l’ inversione dell’ amore come donazione personale e indi anche corporea a chi si ama. Quando si ama una persona infatti, le si dona se stessi: tempo, attenzione, cure, ascolto. Al contrario, l’ impurità sfrutta solo l’ immagine del prossimo per realizzare un piacere pervertito dal suo vero fine, che è quello di dare gioia alla persona che si ama. La masturbazione realizza così l’ impurità di un cuore che non ama con purezza, perché accecato dalla voluttà si rende incapace di vedere nel prossimo un altro se stesso. Invece, usandone l’ immagine per realizzare la propria soddisfazione e tornaconto immediato si connota per essere un amore rivolto a se, un amore egoista, radice di ogni peccare. Alla volontà di amare e servire il prossimo in verità – cioè alla carità – cede infatti la voluttà di servirsi e usare il prossimo per un amor proprio sensuale e impuro, che contravviene al sesto precetto divino:

« Non commettere atti impuri »

Una voluttà che accecando la ragione e spegnendo il lume della fede non ci consente di riconoscere più nella persona l’ immagine divina che la trascende, e dunque di rispettarne l’ incommensurabile dignità. Infatti, ancorché deformata e deturpata dal peccato, ogni persona è un’ immagine terrena di Dio, segno visibile della sua invisibile presenza.

Così, una prostituta della strada, come un attore o un’ attrice dell’ industria della pornografia, entro la seduttiva immagine che adotta per scopi commerciali di vendita del proprio corpo e finanche della propria intimità e genitalità, resta pur sempre una persona chiamata da Dio a santificarsi, a farsi bella ad immagine di Cristo.

Ed ecco: l’ industria pornografica, sia dal lato del produttore, come dell’ attore e del consumatore, negano terribilmente questa realtà, favorendo con i propri atti la distruzione della comune dignità trascendente per mezzo di un’ assuefazione al vizio capitale della lussuria che lega tutti i fruitori a vario titolo (produttori, attori, divulgatori e spettatori), facendoli diventare servi degli appetiti carnali e schiavi dell’ egoismo del piacere; onde la presenza di Dio in ciascuno è scacciata, offesa e profondamente avvilita. E tutta la società ci perde, quale destinataria di un servizio cattivo e intrisecamente perverso.

Come dunque l’ industria pornografica distrugge le persone verso la realizzazione del loro fine ultimo, è giusto pertanto che l’ autorità, per difendere e tutelare le persone in quel bene particolare e comune che è costituito dal dono della sessualità naturale orientata al suo vero e retto fine, distrugga da parte sua l’ industria pornografica. E distruggerla significa vietarla ove non esista, bandirla ove esista punendola con pene aspre, salate e severe. La Costituzione italiana a tal riguardo è molto esplicita e deve solamente essere applicata:

Art. 21: « Sono vietate le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le altre manifestazioni contrarie al buon costume. La legge stabilisce provvedimenti adeguati a prevenire e a reprimere le violazioni »

Le pene al riguardo, peraltro, non dovranno colpire soltanto l’ industria nazionale: siccome la produzione è dislocata a livello globale ed entra nelle case e si offre alla visione delle persone attraverso la rete, essa deve anzitutto porsi come censura di tutto ciò che sulla rete nazionale possa passare; inoltre, siccome all’ amatorialità del fenomeno è dovuta gran parte della sua diffusione, data l’ emergenza educativa del nostro tempo, si dovrà perseguire penalmente tutti coloro che concorrano alla creazione e diffusione di materiale pornografico anche a livello amatoriale.

Tutto questo però non basterà, finché non sia avviata parimenti una decisa riforma dei costumi in senso educativo basata ed orientata sulla trasmissione della morale sessuale naturale : quella umanissima e cristianissima che la chiesa insegna. Tale insegnamento non potrà che essere affidato a educatori scelti tramite seminari di formazione apposita, adatta ad educare ragazzi, giovani, coppie di fidanzati e futuri sposi. Da questi poi, si allargherà la diffusione di una cultura sessuale naturale in cui al centro è la Persona, immagine e somiglianza di Cristo, e non il corpo e le sue voluttà.

Fra le ragioni concomitanti del declino demografico vi è infatti fra l’altro proprio una cultura dell’ amor di se, dell’ uso e abuso del proprio e altrui corpo, onde si generano e diffondono egoismo e violenza. E’ una cultura cattiva, che non favorisce né incoraggia il dono della vita attraverso le forme proprie stabilite da Dio creatore: il matrimonio e l’ unione amorosa che in esso si celebra.

Ed ecco che, se la celebrazione dell’ amore ha i suoi detrattori, per il bene di tutti è arrivato il momento di sfidarli e combatterli apertamente, giuridicamente e politicamente.


GLOSSARIO

Sacramenti – Istituti sacri donati dal Signore Gesù Cristo alla chiesa, che mediante segni visibili ci comunicano e fanno accedere alle realtà dei misteri divini, conferendoci la grazia santificante mediante la quale otteniamo la redenzione dai peccati e la vita eterna in paradiso. Secondo il catechismo [1084]:  «Cristo agisce ora attraverso i sacramenti, da lui istituiti per comunicare la sua grazia. I sacramenti sono segni sensibili (parole e azioni), accessibili alla nostra attuale umanità. Essi realizzano in modo efficace la grazia che significano, mediante l’azione di Cristo e la potenza dello Spirito Santo. » E ancora [1113]: «Tutta la vita liturgica della chiesa gravita attorno al sacrificio eucaristico e ai sacramenti. Vi sono sette sacramenti: il battesimo, la confermazione o crismazione, l’ eucaristia, la penitenza, l’ unzione degli infermi, l’ ordine, il matrimonio.»

Caro lettore, Dio ti benedica! Se hai qualcosa di pertinente da aggiungere, osservazioni critiche da muovere, o semplicemente desideri complimentarti con l' autore dello scritto, qui puoi farlo, purché con spirito costruttivo e carità fraterna. Grazie!

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