«Senza di me, non potete fare nulla»

Gv 15,5

Laboratorio politico cattolico

Pubblicato in Stato e chiesa il 25 aprile 2017

di don Sandro Carbone, del Santuario di Nostra Signora della Vittoria in Genova

Potere civile: risacralizzazione o denuncia?

Riassunto – Ci si domanda se il potere civile, per la connotazione fortemente laicista che ha sviluppato nell’ ultimo secolo della nostra storia, richiami l’ esigenza di una rinnovata sacralizzazione, o in alternativa di una lotta aperta da parte della chiesa contro i principi anti-cristiani che per esso sono promossi e legiferati nell’ umana società. L’ autore, richiamandosi a passi della sacra sacrittura e a interventi recenti del magistero, sviluppa il discorso intorno a tali falsi principi, chiedendosi se non sia meglio a questo punto che le chiese nazionali e locali, sospendendo ogni politica di compromesso, agiscano ad imitazione di quelle chiese che, pur perseguitate, per il loro slancio, parresia e testimonianza, appaiono vittoriose e in salute, come in Cina ed altre parti del mondo.

Il rapporto tra stato e chiesa. Gesù ha stabilito la distinzione, ma non l’ estraneità. Perché in realtà il potere pastorale della chiesa ha una irrinunciabile e inestirpabile connotazione politica.

Se guardiamo all’ origine della potestà o potere di giurisdizione nella chiesa, notiamo che non è la sacramentalità che dà il potere alla pastoralità, ma viceversa, come afferma il Concilio di Trento a proposito del fondamento teologico della giurisdizione episcopale (Sess.XXIII, cap.4, par.358 e seguenti). Di conseguenza il potere temporale, la cui autorità vien pure da Dio, seppur dal Dio Creatore e non dal Dio Redentore, partecipa o interferisce in qualche modo di questa pastoralità, lo si voglia oppure no. Ricordiamo che nell’ Antico Testamento è il potere temporale che unge il sacerdote e non viceversa: vedi Mosè che unge Aronne (unzione = sottomissione), ma ancora Mosè che invece impone le mani su Giosuè (imposizione delle mani = potere di giurisdizione e di governo) (Num.27, 18-23).

Se i cristiani inoltre hanno il preciso dovere di riconoscere l’ autorità civile e di stare ad essa sottomessi (Cfr Rom 13,1; Tit 3,1; 1Pt 2.13-16), non possono avere anche il diritto ed il dovere di cercare di influenzarla esplicitamente in senso cristiano?

Quindi, non sarebbe forse bene che il potere temporale fosse in qualche modo in accordo con la chiesa nazionale nell’ esercizio della sua pastoralità, specialmente quando battezzati e cittadini coincidono con la maggioranza? In questo caso il potere temporale dovrebbe ispirarsi ai principi cristiani (come voleva fare lo Zambia nella sua costituzione), promuovere la fede cattolica, garantire l’esercizio della sua pastoralità e dall’altro lato poter dire la sua anche sulla nomina dei vescovi insieme con la chiesa locale e quella universale (vedi Cina). Non è sempre questa stata la prassi della chiesa lungo i secoli? In questo schema ci sono più problemi rispetto ad una separazione totale tra chiesa e stato (lotta delle investiture docet!), ma evidentemente c’è più grazia, come dimostra la storia bi-millenaria della chiesa, perché la grazia che conferisce la legittimità naturale e sovrannaturale ad entrambi i poteri viene da Dio e si effonde nella società attraverso il popolo dei cittadini battezzati.

Secondo questa ipotesi la chiesa locale avrebbe quindi due possibilità reali: o cercare di “sacralizzare” in qualche modo il potere temporale del paese in cui si trova, cioè promuovere la creazione di stati che si ispirino ai princìpi cristiani, oppure opporsi ad esso con forza. Altre possibilità di compromesso sarebbero da accettarsi solo quando i cattolici fossero una piccola minoranza (come in Niger), ma non dovrebbero mai venire a teorizzarsi come via maestra della chiesa, come sembra aver fatto la diplomazia vaticana da Leone XIII in poi, anche per gli stati in cui i cattolici erano e sono una maggioranza, sperando di ricavarne dei vantaggi pratici in cambio di una parziale rinuncia ai princìpi cristiani ed al diritto all’evangelizzazione integrale, come sta avvenendo oggi in tutti i paesi occidentali. Il prezzo non è forse stato troppo alto?

Lo schema del tentativo di sacralizzazione della realtà temporale non è forse sempre stato quello della chiesa cattolica, nonché di quelle protestanti, per 1900 anni? E non lo è tutt’ oggi per le chiese orientali? Non ha sempre portato buoni frutti, per quanto si possa in questo mondo? Certo, da un lato ha comportato tensioni e dall’ altro persecuzioni, ma non è stato comunque sempre meglio della totale separazione tra stato e chiesa praticata negli ultimi decenni? Si tratta di fare un bilancio disinteressato, per il bene della chiesa. Un esempio chiaro è quello che è successo in Russia, a Cuba e quello che sta accadendo in Cina. Da una fiera opposizione e dalla persecuzione conseguente stanno rinascendo grandi chiese, mentre rifiutare la persecuzione per un compromesso significa la morte della fede.

D’ altra parte la via ingenua della totale separazione tra chiesa e stato in nome di una assoluta laicità dello stato, non porta forse ad una persecuzione ideologica e giuridica costante ed universale della chiesa ed ad una confutazione di tutti i principi fondamentali cristiani come stiamo vedendo oggi da noi? Persecuzione peggiore di quella violenta, perché è peggio il bacio di Giuda del bastone di Caifa.

Poiché dove non c’è Gesù Cristo c’è satana, principe di questo mondo, e non esistono vie di mezzo, lo stato laico moderno non sta forse diventando il più feroce persecutore della chiesa, sino a progettare l’impedimento della sua pastoralità e la sua estinzione? Cosa che sino ad oggi non era mai avvenuta neppure negli stati islamici, che per loro natura sono di tipo teocratico. Avviene invece oggi nell’Islam wakkabita, quando e laddove anche l’Islam nell’ instaurare il Califfato vuole imitare i metodi del genocidio nati dalla rivoluzione francese, e quelli della guerriglia nati dal marxismo. Non è avvenuto negli stati comunisti per una fiera opposizione della chiesa al potere temporale, ma sta avvenendo oggi in Europa perché la chiesa ha abbassato ogni difesa nei confronti dello stato laicista, sperando di averne delle contropartite: ma è un grande inganno, come già avvenne ai tempi di Leone XIII con la Francia. Gli stati laicisti moderni non sono affatto migliori degli stati comunisti, come ingenuamente qualche volta si è affermato anche ad alto livello. Basti vedere lo stato di grande persecuzione in cui operano oggi i gruppi cattolici che lavorano nel campo del recupero degli omosessuali.

Non è stato forse una grave inganno per la chiesa post bellica accettare acriticamente l’umanesimo della carta dei diritti dell’ uomo delle nazioni unite, pensando che esprimesse un umanesimo buono che aprisse la via al cristianesimo? Anche se molti di quei princìpi derivavano di fatto dal cristianesimo, avendo però eliminato esplicitamente ogni riferimento alla radice cristiana, non sono forse diventati strumenti di satana? Non sono solo il bacio di Giuda?

Come evidenziava il grande vescovo di Genova, cardinal Giuseppe Siri, tutto l’inganno partì dall’ umanesimo integrale di J. Maritain e dalla Thèologie Nouvelle di H. De Lubac, i quali costruirono l’ illusione che naturalmente l’uomo fosse spinto a passare dal valore naturale morale a quello soprannaturale, dal diritto alla grazia. Non avevano considerato una cosa: satana e la corruzione della natura umana incline al peccato (cfr Rom 7). Solo il nome di Gesù libera dalla schiavitù del principe di questo mondo, sotto il potere del quale giace appunto tutto il mondo (cfr 1Gv 5,19).

E di fatto oggi tutti i cosiddetti diritti dell’uomo sono usati come cannoni contro la chiesa. E’ stato un gioco per satana inventare falsi diritti per attaccare la chiesa. La ragione, se non è illuminata dalla grazia, impazzisce. In teoria potrebbe, ma di fatto non può (cfr Rom 1,16-32). Ogni volta che si sganciano dal loro supporto di grazia, termini come giustizia, libertà, uguaglianza, solidarietà, ecologia, ecc., divengono astratti e forieri di utopie che a livello pratico si rovesciano nel loro esatto opposto, finendo per essere usate e sfruttate dai poteri forti, massonici, scientisti, capitalisti e lobbistici per acquistare potere, soldi e per combattere il popolo di Dio.

Destituiti del loro riferimento trascendente tali principi non si aprono all’ infinito, ma nella fenomenologia storica si chiudono su se stessi soffocando chi ne fa una bandiera e tramutandosi presto nel loro contrario. Per paradosso, ma non troppo, potrei dire che bisognerebbe affiancare sempre ad essi il nome di Gesù, o non nominarli neanche. La sapienza, così come la scienza, sono doni che vengono dall’ alto e che come tali vanno sempre invocati (cfr Sap 9).

E se qualcuno obbiettasse che anche i cosiddetti regni cristiani non hanno fatto bella figura di sé, rispondo in due punti:
1) Erano il male minore, e comunque, come ricordava spesso Leone XIII, hanno dato vita al più grande esperimento di civilizzazione che l’umanità abbia mai conosciuto, da cui è derivato tutto il progresso del mondo moderno.

2) Bisogna recuperare la dimensione escatologica, che ci insegna ad attendere il regno di Dio come un dono che viene dall’ alto, e non come frutto dell’ attività dell’ uomo. Dobbiamo rassegnarci quindi ad un cammino verso una crisi finale, come Gesù ci ha predetto (cfr. il catechismo della chiesa cattolica n° 675). Perlomeno, però, gli stati cristiani saranno una barriera contro satana e la barbarie del pensiero laicista e permetteranno, da un lato l’evangelizzazione e, forse, dall’ altro una qualche protezione finale all’ apparire dei grandi e terribili eventi che sconvolgeranno la terra, prima della seconda venuta del Cristo.

Ad ogni modo, realisticamente, mi sembrerebbe doveroso tentare di rivisitare questa via. Ricordo gli avvertimenti di Gesù a Luigi XIV per promuovere la consacrazione della Francia al sacro cuore; o quelli di Fatima per la consacrazione della Russia alla Madonna; nonché le profezie di don Bosco sul ruolo del sacro romano impero e delle potenze cattoliche nella storia futura.

E per contro ricordo anche che, se la via ufficiale resta sempre quella della fiducia nella laicità moderna, del dialogo e del compromesso col mondo proprio a partire dalla presunta base comune dei diritti dell’ uomo, di fatto molte volte negli ultimi lustri i pontefici  hanno dovuto evidenziare il fallimento di questa linea, denunciando le situazioni di grande degrado e di grande pericolo in cui si trova il mondo contemporaneo, tanto da renderne impossibile il salvataggio e la stessa continuazione del dialogo: vedi l’ omelia di Paolo VI a Fatima nel 1967, o la sua stessa lettera a J. Guitton nel 1977:

«C’è un grande turbamento in questo momento nel mondo e nella Chiesa, e ciò che è in questione è la fede. Capita che escano libri in cui la fede è in ritirata su punti importanti, che gli episcopati tacciano, che non si trovino strani questi libri. Questo, secondo me, è strano. Rileggo talvolta il Vangelo della fine dei tempi, e constato che emergono oggi alcuni segni di questa fine. Ciò che mi colpisce, quando considero il mondo cattolico, è che all’interno del cattolicesimo sembra talvolta predominare un pensiero di tipo non-cattolico, e può avvenire che questo pensiero non cattolico all’interno del cattolicesimo diventi domani il più forte. Ma esso non rappresenterà mai il pensiero della Chiesa. Bisogna che sussista un piccolo gregge, per quanto piccolo esso sia» (J. Guitton, Paolo VI segreto).
E ancora, Karol Woityla alla vigilia del suo pontificato: “Ci troviamo di fronte al più grande combattimento che l’ umanità abbia mai visto. Non penso che la comunità cristiana l’ abbia compreso totalmente. Siamo oggi di fronte allo lotta finale tra la chiesa e l’ antichiesa, tra il vangelo e l’ antivangelo“; Benedetto XVI al Corpo Diplomatico nel 2010: “Il nostro futuro e il nostro destino sono in pericolo“; e infine papa Francesco nella Evangelii Gaudium: “la Chiesa è come un ospedale militare nel campo di battaglia che è il mondo”.


Caro lettore, Dio ti benedica! Se hai qualcosa di pertinente da aggiungere, osservazioni critiche da muovere, o semplicemente desideri complimentarti con l' autore dello scritto, qui puoi farlo, purché con spirito costruttivo e carità fraterna. Grazie!

Commenti

Notificami
avatar
3000
wpDiscuz