«Senza di me, non potete fare nulla»

Gv 15,5

Laboratorio politico cattolico

Pubblicato in Europa, o Cristianità il 18 aprile 2017

di Giovanni Traverso

Vogliono uccidere Gesù

Riassunto – Cominciamo una serie di riflessioni politiche sull’ identità europea, confrontandoci con la sua storia e le sue radici spirituali, culturali e cultuali. In quest’ articolo, si denuncia l’ opera di scristianizzazione in atto nella società europea ed altrove, focalizzandosi criticamente su alcuni aspetti dell’ articolo I-3 del trattato dell’ Unione Europea, quanto alle finalità ultime ivi espresse.

Per abbattere un albero antico, non basta capitozzarlo: al sorgere della primavera getterà nuovi germogli. Per uccidere un albero e farlo scomparire, non si può che attaccare le sue radici: sradicarlo.

Vi è un’ intenzione omicida che si maschera dietro molte pretese di progresso quanto alla storia europea degli ultimi secoli: qualcuno attenta allo sradicamento dell’ Europa al di fuori del nostro fondamento, ontologico e dunque storico, culturale poichè cultuale: Gesù Cristo.

Poichè egli è, tutto esiste in lui e da lui dipende: ecco il fondamento ontologico: Gesù, il logos di Dio, è la luce che dà vita a questo cosmo.
Ma in quanto “la vita degli uomini” “si è fatta carne”: ecco che egli è pure l’ anno zero della storia, da cui la nostra civiltà comincia.
Una storia cultuale, da una parte: poiché noi, mangiando e bevendo della sua carne e del suo sangue, lo adoriamo.
Una storia culturale, dall’ altra: poichè dal culto si sviluppò un’ arte; Dante, Petrarca, Cimabue, il Beato Angelico, Michelangelo, per citare prodotti del genio cristiano offertosi ai popoli.

Ebbene, oggi come allora, si tiene consiglio per uccidere Gesù: perseguitandolo a morte nei cristiani, abolendolo nelle leggi, negandolo nell’ educazione, sopprimendolo fin dal grembo delle madri, anestetizzandolo nell’ indole dei giovani.

Qualcuno, e non da oggi, vuole sradicare l’ Europa dalle sua fondamenta, in nome di una stortura del diritto.
Qualcuno vuole farci credere che, affinchè l’ albero produca frutti più abbondanti, bisogna tagliarne le radici. Non si tratta di sprovveduti, no: sono persone che siedono laddove si prendono decisioni importanti che riguardano la vita di tutti.
Tali persone, dall’ alto delle loro rappresentanze, forse non lo sanno, ma di fatto vogliono ucciderci: metafisicamente, storicamente, culturalmente, artisticamente. Negando la nostra dignità trascendente. Poi, nel tacito proposito di abolizione del nostro ragionevole culto, fin d’ora preannunciato, perseguito e protratto nell’ eliminazione dei suoi segni pubblici, l’ omicidio si perfezionerà. Che il Signore li illumini e si ravvedano, perchè non si dannino. Anche loro infatti sono stati comperati da Cristo col suo sangue.

Ma ora, chi sobilla ai responsabili l’ idea nefasta? Chi sostiene e consiglia l’ impalcatura di questo raffinatissimo genocidio spirituale? Perchè di questo si tratta: un genocidio tanto terribile, da lasciare in vita coloro verso cui è protratto; peggio, da lasciarli apparentemente in piedi e in buona salute: nel benessere.

Interessante, a tale riguardo, gettare un rapido sguardo all’ Art. I-3 del trattato dell’ unione europea, circa gli obbiettivi che essa persegue:

« L’Unione si prefigge di promuovere la pace, i suoi valori e il benessere dei suoi popoli. » 

Esploreremo in seguito quali siano i valori promossi nel trattato.

Interessante per ora notare come in quest’ articolo fondamentale, quanto alle finalità ultime del progetto europeo costituito, al tradizionale concetto greco e giudaico di “bene”, cui si ricollega quello di “giusto”, “bello” perchè “buono”, e donde deriva il “bene comune” elaborato dalla dottrina cristiana a criterio fondamentale d’ un felice ordinamento e sviluppo sociale, venga sostituito quello, apparentemente altrettanto positivo, di “benessere”. A ben guardare, però, “bene” e “benessere” sono concetti fra loro antitetici: sappiamo infatti che il bene dell’ uomo non necessariamente e non sempre coinvolge il suo benessere fisico e sociale; è possibile che un uomo povero e privo di mezzi sia al contempo felice? Cristo fu pienamente glorificato sulla croce. L’ insegnamento di Gesù per ogni uomo, e dunque per ogni comunità politica che si proponga al servizio d’ esso, dimostra che la felicità e il bene umano non dipendono unicamente dalla soddisfazione degli appetiti e delle necessità terrene, altrimenti Cristo sarebbe morto per assicurare a tutti un pasto caldo. Invece, proprio a coloro che lo cercavano solo in vista di una soddisfazione terrena, in vista di un “benessere” appunto, Gesù rispose:

«In verità, in verità vi dico, voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Procuratevi non il cibo che perisce, ma quello che dura per la vita eterna, e che il Figlio dell’uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo». Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo fare per compiere le opere di Dio?». Gesù rispose: «Questa è l’opera di Dio: credere in colui che egli ha mandato».

[Vangelo secondo San Giovanni, capitolo 6, 26-29]

Comprendiamo così che necessari al bene integrale dell’ uomo sono il pane della vita da una parte, cioè la divina euraristia che la chiesa amministra al servizio della comunità politica, e non contro di essa quasi a soppiantarla; e la fede dall’ altra, che la chiesa dona nel battesimo e che ogni cristiano coltiva e accresce nella misura in cui si apre alla divina grazia. Perché l’ opera di Dio Padre, il fondamento da lui posto perché la nostra comunità umana prosperi, non è il nostro lavoro: ma credere in colui che egli ha mandato. Ci torneremo a più riprese.

Comprendiamo intanto come tutta la pedagogia cristiana sia ordinata alla promozione dell’ uomo integrale, ossia della parte spirituale, l’ anima, la mente, la psiche, al servizio della quale il corpo è posto; e non viceversa.

Comprendiamo altresì come, avendo l’ unione europea optato per il rigetto delle sue radici cristiane nell’ elaborazione della sua costituzione, tale pedagogia debba necessariamente essere esclusa e sostituita con qualcosa di nuovo, altrettanto giudizioso e sano all’ apparenza, quale appunto è il concetto di “benessere”, e tutto ciò che d’ esso consegue.

La nostra esperienza di cattolici, tuttavia, ci mette in allerta al riguardo, ricordandoci con le chiare lettere di San Paolo ciò che lo Spirito Santo insegna ai cristiani e a tutti quanti: “Ciò che nasce da carne, è carne; ma è lo Spirito che dà la vita”.

Comprendiamo così come una costituzione europea che si fondi nel rigetto di ciò che dà la vita, lo Spirito, in favore e contrapposizione di ciò che soltanto favorisce il benessere della nostra carne, non può che costituirsi come tentativo autonomo da parte umana di determinarsi all’ in fuori dell’ ordine da Dio voluto, e pertanto fuori, in definitiva, dalla vita stessa di cui egli solo è garante. Donde si comprende la conseguente cultura, appoggiata, sostenuta e fatta oggetto di legge positiva, di promozione a tutto ciò che aiuti l’ uomo a morire: libertà di abortire, libertà di uccidersi, libergà di drogarsi, libertà di azzardare il patrimonio nel gioco, libertà di ricorrere alla psico-farmacia di stato (psicofarmaci) per anestetizzare il proprio disagio interiore.

Tutti questi veleni, su cui non è più lecito tacere, ma verso i quali vogliano disporci e alzare la nostra voce, sono l’ assicurazione dell’ unione europea odierna verso il proprio fallimento, secondo le parole misurate ma molto chiare espresso dal Presidente della Conferenza dei vescovi italiani ed europei, Card. Angelo Bagnasco:

“La chiesa crede in un’ unione europea non su base individualista e materialista, bensì di ordine culturale e spirituale. O l’ unione rispetta le identità dei popoli, oppure continuerà ad essere percepita come estranea e, quindi, senza futuro”.

Un’ unione europea costituita sulle basi dell’ ateismo, materialismo ed individualismo pragmatico, attenta infatti al bene umano anziché promuoverlo. Anzi, il concetto di bene, per l’ assenza di ogni riferimento trascendente nei suoi principi, le è addirittura estraneo: perciò non può promuoverlo.

Fondata per assicurare la pace e lo scambio in un’ ottica cooperativa e cristiana, essa è diventata strumento di persecuzione del popolo di Dio e di sottomissione delle popolazioni europee all’ idolatria del mercato, sotto la cui tirannia e legge, quella del più forte e spregiudicato oggi si trovano.

E chi ispira questo strumento al servizio dello sterminio d’ anime, questa trappola tesa a distruggere ogni scintilla di amore divino nelle popolazioni, che avvelenate, defraudate, impoverite nella loro salute spirituale da un’ elaborazione così ben strutturata, consolidata, promossa e organizzata sotto le parvenze della liceità, si caratterizza per essere la più perversa ed iniqua delle strategie mai messe in campo contro la civiltà umana?

Lo sappiamo: è l’ odierna riproposizione di un piano antico proposto nel nome di un progresso umano, nella forma di una attraente menzogna mista a verità, sottesa a separarci da Dio, dividerci fra noi, e cosi, perderci.

Il frutto da addentare appare multiforme: tecnologicamente attraente, socialmente utile, giuridicamente valido, e insomma: attraente ai nostri occhi, perchè tiene vivo e sveglio in noi un suggerimento antico, cui ora tendiamo per istinto: quello di auto-determinarci, di essere i padroni, creatori e salvatori della nostra vita e storia:

«Quando voi ne mangiaste, si aprirebbero i vostri occhi e diventereste come Dio»

( Libro della Genesi, capitolo 3, versetto 5)

Ma chi ci tende l’ offerta? E quali i frutti se noi volessimo accettarla?

Chi anche non credesse in Cristo Gesù, e perciò non prestasse fede alla sua parola: pure, dovrà pur riconoscere dai frutti di malessere che la società presente gusta, dico la discordia, l’ agitazione, l’  angoscia e una disperazione più o meno velata, che l’ albero che ce li porge non fa’ il nostro bene.

Del resto, noi sappiamo, perché il Signore ce lo ha rivelato, che dietro tutto questo c’ è uno spirito antico, “bugiardo” e “omicida”.

Postosi a guida occulta di un processo di sradicamento cristiano, a partire dall’ Europa quasi a prototipo di laboratorio, gradualmente sobillandole il mito della propria autonomia, le ha fatto tagliare le proprie radici, facendole rigettare con sprezzo le cure materne delle istituzioni e gli insegnamenti che l’ avevano pur allevata e fatta grande. Come lo ha fatto? Per mezzo della menzogna e con fine perverso.

Abbiamo dunque un compito grande, come cristiani: il dovere intellettuale di smascherare l’ opera iniqua da una parte; dall’ altra il compito di ricostruire una comunità politica da fondare sulla legge di Cristo, la carità, servendoci a questo scopo di tutti gli strumenti che le leggi in vigore ci mettono a disposizione al fine di difendere la carne dei nostri fratelli, specialmente i più piccoli, deboli e meno avveduti: nascituri e giovani.

Dobbiamo unirci gli uni gli altri, tra fratelli, per soccorrere una società profondamente ferita e piagata. Dobbiamo farlo insieme, laici e pastori, ascoltando con molta diligenza le parole che lo Spirito ci detta gli uni per gli altri. Nessuno da solo può fare nulla; ma molti, senza Cristo, non potranno fare che male, perchè siamo stati avvertiti:

« Senza di me, non potete fare nulla »

Dunque, uniamoci a lui, in spirito di fede, e uniamoci fra noi, e a partire da lui, per mettere a servizio le nostre competenze.
Nostro compito, a livello di laboratorio, sarà quello di analizzare con serietà, calma, pazienza e intelligenza, le architravi su cui questa bugia omicida si fonda, di esplorare le vive contraddizioni su cui quest’ impalcatura si regge, perché una volta smascherata, possiamo levarci da questo giogo insopportabile perchè iniquo.

Chiediamo fin d’ ora allo Spirito Santo di donare autorevolezza, mitezza e profondità di sguardo ai nostri interventi, di riversare tutti i doni della scienza e della sapienza perché questo servizio possa andare a vantaggio, edificazione e formazione del corpo di Cristo e di tutti coloro che amano la verità e sono attratti da Dio Padre.

Vi prego umilmente di partecipare! Grazie’

Caro lettore, Dio ti benedica! Se hai qualcosa di pertinente da aggiungere, osservazioni critiche da muovere, o semplicemente desideri complimentarti con l' autore dello scritto, qui puoi farlo, purché con spirito costruttivo e carità fraterna. Grazie!

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